VISION DIVINE – “The 25th hour”
I Vision Divine, tra detrattori e fan, sono comunque esaltati un po’ ovunque come emblema di un tipo di metal tricolore, grazie non solo ad ottime prove in studio ma anche alle esibizioni live che ne hanno decretato il successo nella nostra penisola.
Il passo che il gruppo capitanato da Olaf Thorsen ha compiuto è stato, in principio, visto come decisamente arduo in quanto la scelta di dare un seguito a quella piccola gemma intitolata Stream Of Consciousness ha significato non solo proseguirne cronologicamente gli avvenimenti narrati ma, specialmente, bissarne i pregi compositivi. Nonostante i terremotanti cambi di line-up, la band è riuscita a siglare un altro disco egregiamente costruito, ben arrangiato e suonato, ma anche fresco, capace di pulsare sotto una luce irraggiata dal proprio nucleo melodico senza il bisogno di auto-plagiarsi (o peggio compiacersi) imboccando la strada del disco fotocopia. Su questo punto notevoli sono i complimenti da elargire in particolar modo al duo Luppi-Thorsen, veri e propri artefici del sound dei Vision Divine nel 2007, seguiti a ruota dai nuovi componenti che dovranno ancora sgomitare per farsi spazio e lasciare emergere le loro idee. Se è vero che l’abbandono di Torricini e Smirnoff si sente sin dal primo istante, è altrettanto palese la scelta del duo di focalizzare l’attenzione sulle linee vocali e di chitarra lasciando il tempo ai nuovi entrati di amalgamarsi, senza necessariamente erigersi a cloni dei sopraccitati elementi.
Nasce così una miscela sonora che muove i primi passi dalle sfuriate power di Stream Of Consciousness (“The 25th hour”, “Eyes of a child”, “Out of a distant night”) e si lega al background hard rock di Michele Luppi (“The Daemon You Hide”) usando come collante le ulteriori evoluzioni delineate nel precedente album The Perfect Machine (“Alpha&Omega”, “A perfect suicide”).
Se è vero che The 25th Hour è un ottimo disco, probabilmente quanto di meglio ci si potesse aspettare dalla band nel preciso istante temporale, risulta anche tangibile il suo porsi al di sotto del disco eretto come pietra di paragone proprio perché mancante di quel quid melodico-compositivo decisamente oltre le righe che lascia il segno. Scrivo questo perché un confronto scatta automaticamente, tuttavia è bene precisare che ciò importa poco perché i Vision Divine stanno proseguendo con una loro evoluzione che spero li porti ancora più in alto, tocca a Thorsen adesso riuscire a catalizzare adeguatamente le nuove influenze hard rock nell’impianto prettamente heavy cercando di dare nuova linfa alla sua creatura bilanciando con un coraggio maggiore, ed un estro più creativo, le influenze progressive ed acustiche. Questo lato penso debba essere ulteriormente tenuto in considerazione data la naturale propensione alla melodia, magari giocando con le atmosfere ricreabili grazie ai synth.
Tracklist
- My Angel Died
- The 25th Hour
- Out of a Distant Night (Voices)
- Alpha & Omega
- Eyes of a Child
- The Daemon You Hide
- Waiting for the Dawn
- Essence of Time
- A Perfect Suicide
- Heaven Calling
- Ascension