TOWN CREEK – Joel Schumacher
Secondo guerra mondiale, 1936. Il Terzo Reich invia negli Stati Uniti alcuni storici di occultismo con l’intento di ritrovare antiche rune di orgine vichinga allo scopo di risvegliare poteri oscuri. Una famiglia aiuta Richard Wirth a diventare una sorta di vampiro, sino a quando una coppia di fratelli inizia a seguire le gesta del mostro …
Joel Schumacher confeziona un film che attinge maggiormente a tematiche mistiche rispetto a quelle horror. Invocare il potere dei “non morti” è, infatti, un soggetto antico e quasi sempre ripetitivo. Il regista cerca di evitare di cadere nel filone splatter senza molte pretese e si sforza di aggiungere suspance e riferimenti storici concreti, creando una cornice al contenuto. Lo pseudo-vampiro, con tanto di spolverino in pelle, ricorda il look dei cenobiti di Hellraiser prima maniera, ma quello che manca è il sadismo e la cattiveria estrema. Quello che pesa sull’evoluzione di TOWN CREEK è la banalità della trama, vittima anche di una ripetitività di fondo che mai scompare.
Come regista Shumacher è senza dubbio un grande interprete della tensione, lo dimostra un film come Number 23 dove si scopre un fantastico Jim Carrey in veste di paranoico, disperso in una articolata struttura narrativa. Questo Town Creek, invece, sembra quasi un film diretto con la mano sinistra. La storia inizia in quarta, intro in bianco e nero rievocante la follia di potere del regno hithleriano, ma, con il passaggio al presente, si perde il vero filo conduttore che dovrebbe essere la costante dell’intero film. Dopo poche inutili scene, spunta fuori un improbabile eroe che in un colpo solo si prefigge di salvare la famiglia in difficoltà, dimenticandosi del resto del mondo.
Poco realistica la scelta della runa con l’incisione della croce uncinata (che sicuramente indicava valori ben più alti dell’odio nazista), che fortifica il fine del professor Wirth. Maggiori nozioni storiche avrebbero dato più corpo ad una trama abbastanza semplice. Dominc Purcell (Victor Marshall nel film), produttore e attore noto in Italia nella serie Prison Break, sfoggia le sue doti specialmente durante i momenti di massima concitazione, risultando piuttosto sprecato per questa pellicola. L’altro protagonista, Henry Cavill, ricopre un ruolo invece meglio tratteggiato per le sue capacità, a differenza dei piatti Emma Booth e Michael Fassbender.
Discreto potenziale che arena di fronte a cattive scelte stilistiche, tutto sommato un risultato incapace di acchiappare sia il pubblico votato all’horror, sia quello all’action-thriller.
VOTO: 5.5/10
Regia: Joel Schumacher
Cast: Dominic Purcell, Henry Cavill, Michael Fassbender
Sceneggiatura: Dave Kajganich
USA, 2009