THE WOODS – Luigi De Conti
Campagne friulane. Un rapinatore si rifugia nei boschi ma viene ucciso … nel mentre, nello stesso bosco, un uomo (interpretato dallo stesso Luigi De Conti) porta la figlia e la figliastra a fare una gita fuori porta. Arrivati presso la baita di proprietà del terzetto, l’uomo si accorge di non avere con sé le chiavi e lascia le ragazze sole nel bosco per andarle a recuperare in macchina.
Sente di non essere solo, intuisce di essere in pericolo … una figura, infatti, si aggira tra gli alberi uccidendo chi gli capita tra le mani. Un poliziotto sulle tracce del rapinatore si trova, invece, di fronte l’assassino con cui intraprende una feroce lotta corpo a corpo.
The woods è uno slasher essenziale, dal plot risicato e senza particolari guizzi creativi. Nulla di eclatante ma nemmeno noioso e, come trademark di De Conti, con un finale (relativamente) aperto e un cattivo apparentemente invincibile. Ormai i nostri lettori conoscono bene Luigi De Conti e le sue divertenti opere, sono in grado di riconoscerle dalle prime note musicali o dalla primissima scena con la telecamera puntata su una macchina in movimento per cui non si tratta di un lavoro per cui occorre spingersi in descrizioni dettagliate: De Conti è De Conti.
The Woods risulta ancora più apprezzabile grazie al suo essere conciso e pulito (tecnicamente parlando), mentre la recitazione è quella di sempre … esempio ne sono le (fin troppo) genuine signorine di cui capiamo tutto immediatamente grazie alla gestualità ed alla espressività; migliora, invece, l’interpretazione di William De La Pietra che sembra essersi rilassato nell’interpretazione dei suoi personaggi. Al regista possono essere “perdonate” le inflessioni linguistiche, meno la pessima dizione, ma di sicuro è necessario spingere in avanti l’aspetto fondamentale del plot, elemento che tutt’oggi incaglia De Conti al limbo dell’amatorialità.