PINUCCIO LOVERO SOGNO DI UNA MORTE DI MEZZA ESTATE – Pippo Mezzapesa
Pinuccio Lovero sogna da sempre di fare il becchino. A quarant’anni finalmente è stato assunto a tempo determinato come custode del cimitero di Mariotto, frazione di Bitonto, profondo Sud bollente. Nel mezzo di un’estate torrida, aspetta il suo primo funerale. Perché, dal giorno del suo arrivo cinque mesi fa a Mariotto nessuno è ancora passato a miglior vita. Pinuccio smania, i paesani esultano ma, prima o poi, qualcuno morirà e Pinuccio fiducioso aspetta, fermo davanti al cancello del ‘suo’ cimitero.
Il bianco livido delle lapidi, il cielo azzurro, il candore delle nuvole, la laccatura dei candelabri e la pelle bruciata dal sole sono i colori che si riflettono nella pellicola di Pippo Mezzapesa: tonalità chiare e vivaci che spumeggiano in riverberi accecanti nella discesa verso la provincia meridionale. Il dialetto come eco di lontane tradizioni, credi e folclore che risuonano lungo le viuzze di Mariotto, dedali azzannati dal tempo ma non dalla ruggine dove aliti di aria non sussurrano annunci di morte alle orecchie di Pinuccio.
L’attesa è il tema di SOGNO DI UNA MORTE DI MEZZA ESTATE, una sorta di stasi in cui tutta la città è immersa, un precariato (l’accenno al mondo del lavoro non è minimamente velato) che avviluppa anche la vita. Si è in bilico da talmente tanto tempo che i piedi nudi sono incollati alla corda sottostante, e la morte con sorriso nervoso non lascia cadere nemmeno l’anziano rosolato al (solitamente) mortale sole.
La complessità nella semplicità, un micromondo fantastico ma anche terribilmente concreto è quello che ci fa scoprire il regista, affondando lo sguardo nella vita del neo-promosso becchino. Una vita imbevuta in un succo agrodolce, che ha subito l’amore come la morte, in un tragicomico alternarsi di spensieratezza, delusione e gioia (a tal proposito esplicativi sono gli episodi della morte del datore di lavoro e del racconto dell’amata).
Regia e montaggio sono molto professionali, con movimenti di camera che suggellano la storia raccontata da Pinuccio. Il tutto egregiamente fotografato, in modo tale da lasciar trasparire l’afa estiva che solo chi ha vissuto nel meridione può conoscere. Il cast, nel suo genuino imbarazzarsi di fronte alla telecamera o col suo sguardo vispo e furbetto, riesce a tinteggiare il giusto spaccato della realtà meridionale e la scelta del dialetto (sottotitolato) si rivela vincente in questo dipinto.
Una pellicola italiana da recuperare assolutamente.
un film di Pippo Mezzapesa
con Pinuccio Lovero
una produzione Vivo film, Makò Show & Tourism, Fanfara Film
con il sostegno di Apulia Film Commission
e del Comune di Bitonto
soggetto e sceneggiatura Pippo Mezzapesa e Antonella Gaeta
aiuto regia Vito Palmieri
organizzazione generale Sabrina Mastroviti
scenografia Miky De Palo
musiche originali Cesare Dell’Anna, Umberto Smerilli
suono in presa diretta Michele Tota
montaggio del suono e mix Mirko Perri
fotografia Michele D’Attanasio
montaggio Andrea Maguolo
prodotto da Gregorio Paonessa, Paky Fanelli, Pippo Mezzapesa
regia Pippo Mezzapesa
52’ – Italia 2008
Colore– HD/DCP – 16/9
© 2008 Vivo film, Makò Show & Tourism, Fanfara film
Distribuzione: Rai Trade