ORA PRO NOBIS – Eros D’Antona, Roberto D’Antona
Marco si trova a dover fare i conti con un pessimo momento sentimentale della propria vita. Il modo più sagace per estirparlo a questa situazione viene scovato dall’amico Luca: un sacrosanto giro tra le squillo del paese, in cerca di compagnia, divertimento e distrazione per un fugace momento. Scovata l’attraente Carmen, concordato un prezzo onesto, i due fanno salire la ragazza in macchina e si dirigono presso un vecchio edificio religioso, sul quale circolano voci stravaganti.
Il rapporto inizia (e finisce) per uno di loro, ma al momento del cambio turno, la porta si chiude di colpo e delle presenze si rivelano sul luogo sacro vituperato da un continuo giro di corpi. In un primo istante sembrano semplici voyeur, ma ben presto la situazione si complica …
“Prega per noi” (Ora pro nobis), un inno ecclesiastico che diviene inno al sangue grazie alla mano ferma dei fratelli Roberto e Eros D’Antona (Dylan Dog: il trillo del diavolo, Mind trip), collettori di sorrisi beffardi e ultraviolenza dal sapore eighties, capaci di raccogliere a piene mani l’eredità lasciata a lungo marcire di Sam Raimi con il suo La casa 2 e scaraventarla con foga in faccia allo spettatore. Zoomate improvvise, eccessi di emoglobina, carrellate rapide e continuo strizzare l’occhio verso la telecamera, sono elementi distintivi dei registi, capaci di instaurare un comparto tecnico di tutto rispetto per supportare la propria follia.
Gli attori reggono il tiro (e non è facile) con la gigioneria di Roberto D’Antona stesso, la monoliticità di Mirko D’Antona e la strafottenza annoiata di una Barbara de Florio nella parte, giocando con battute (non propriamente originali) e smorfie mai fuori luogo. Ora pro nobis diverte e stupisce per l’attenzione al singolo dettaglio, lasciando in secondo piano la trama per giocare con lo spettatore, calandosi in un mood da slasher-comedy e mantenendo alto l’interesse fin oltre i titoli di coda. Da non perdere.