OBSCURITY – “Obscurity”
Gli Obscurity sono devoti ad un viking metal pienamente contaminato con un death (non tecnico) di stampo melodico, dall’effervescente componente adrenalinica che raramente dimentica sia i passaggi più orecchiabili (nel limite del genere) sia il pogo da sede live.
Immediato il confronto con il precedente (ottimo) Tenkterra, che ci porta ad affermare come non sia stato fatto alcun passo in avanti dalla band. Questo naturalmente può essere letto come pregio o difetto in base all’ascoltatore, in quanto chi cerca sempre un certo dinamismo nelle band troverà, a fine ascolto, un certo senso di insoddisfazione mentre chi predilige dischi imponenti e ascoltabili, anche se molto simili, sarà sicuramente appagato.
Dopo il riscaldamento necessario con “In nomine Patris” e l’inizio di pogo più forsennato con “Obscurity”, la soglia di attenzione si alza con le melodie ricche di stop & go di “Germanenblut” o “Strandhogg”, ed echi di Amon Amarth e Naglfar fanno capolino, lasciando inevitabilmente tenere il tempo all’ascoltatore che, a questo punto, avrà già percepito l’interesse dedicato agli intrecci armonici delle chitarre a discapito di un maggiore assalto sonoro presente, invece, nel precedente album. Gli Ensiferum fanno capolino in “Strandhogg” e il folk metal risuona nell’ottima “Weltenbrand”, mentre suoni ruvidi e buon riffing sono marchi di fabbrica in tutte le altre canzoni che terminano con una “So Endet Meine Zeit” il cui esemplificativo titolo completa con un fantastico mid-tempo il lotto autointitolato. Da ascoltare.
Tracklist
1. In nomine Patris
2. Obscurity
3. Germanenblut
4. Strandhogg
5. Ensamvarg
6. Blutmondzeit
7. Jörmungandr
8. Weltenbrand
9. Fimbulwinter
10. Kein Rückzug
11. So Endet Meine Zeit