MORTE A DOMICILIO – Andrea Navicella e Max Viola
Una ragazza triste decide di farla finita. Distesa nella vasca da bagno, con una lametta fra le dita, cerca il coraggio per recidere le vene del polso. Indugia, guarda il riflesso della luce nella lama e, proprio quando sta per tagliare, qualcuno bussa alla porta. Cosa succede quando scendi a patti con la morte ?
La giovane Danielle, uscita dalla vasca e indossato un accappatoio blu va ad aprire la porta e si trova davanti uno sconosciuto che sembra, invece, sapere molte cose di lei. Soprattutto, sembra essere a conoscenza dei suoi [segreti] piani suicidi. Spaventata, la giovane, si barrica in casa e corre al telefono, ma l’uomo si materializza misteriosamente nell’appartamento e le ferma. Quello strano individuo, dagli strani occhi che riflettono il rosso dell’inferno, è la Morte. O almeno una delle tante “Morti” che lavorano, da impiegate, negli uffici la Madre Superiora. Vestito elegante e con una ventiquattrore in mano, la piccola Morte le lascia un biglietto da visita: “Ti servirà”, le dice, prima di sparire. Sul biglietto una scritta rossa: “Morte a domicilio”.
Andrea Navicella e Max Viola, registi e sceneggiatori del corto, realizzano un cortometraggio molto d’atmosfera, grazie anche ai colori dalle tinte cupe e calde, che riescono ad avvolgere lo spettatore e a trascinarlo nell’intimità della storia che vogliono raccontare.
La bella Danielle (Cecilia Mantuonto) non manca l’occasione di cadere nel tranello della nostra Morte impiegatizia e, ancora troppo delusa dalla relazione amorosa finita male, ma senza il coraggio necessario per farla finita, decide di comporre il numero segnato sul biglietto. Senza neanche darle il tempo, l’uomo riappare in casa per farle firmare il contratto: tre giorni ancora, per darle l’opportunità di chiudere ogni cosa lasciata ancora aperta, poi l’uomo sarebbe tornato per ucciderla. Danielle firma.
La figura di una Morte burocrate, che manda in giro per il mondo i suoi impiegati per “procacciare clienti”, non è di certo un’idea originale, come prevedibile è anche il fatto che l’unico modo per scindere il contratto sia quello di scambiare la propria morte, con quella di un altro [“un’anima per un’anima”].
E come di tradizione, proprio quando Danielle riesce a trovare il coraggio di decidere del suo futuro [morire], chi l’aveva spinta nel baratro [amore] si manifesta telefonicamente per voce del suo ex. Il ragazzo è ancora innamorato di lei ma Danielle non può correre da lui come vorrebbe, perché sa di avere le ore contate, a meno che …
Un cortometraggio ben girato e molto ben interpretato, che di certo supera di gran lunga la soglia dell’amatoriale. Una produzione curata in tutti i dettagli, con una fotografia, un montaggio e una scelta delle location più che convincenti. Quel che risulta troppo scontata è proprio la storia, che sa di già visto ed è prevedibile in ogni punto, anche nel finale. Probabilmente, questa troppo poca propensione per la sperimentazione è dovuta al fatto che Morte a domicilio è un lavoro di diploma di un gruppo di studenti del corso di Regia e Produzioni Audiovisive dello IED Comunicazioni di Milano.
Morte a domicilio risulta allora una buona prova per una produzioni indipendente ma ancora di più è un’ottima prova di diploma, che fa ben sperare per il futuro professionale dei giovani realizzatori. Ancora una volta l’Amore fa ruotare a suo piacimento Vita e Morte, e anche se l’argomento potrà sembrare davvero troppo abusato, Navicella e Viola non saranno certo gli ultimi dei romantici.
VOTO: 6.5/10
Un film di Andrea Navicella e Max Viola
Con: Cecilia Mantuonto, Roberto Colombo, Enzo Mazzullo, Massimiliano Bannò
Soggetto: Andrea Navicella
Sceneggiatura: Max Viola, Fabio Gradassi, Andrea Navicella
Direzione della fotografia: Fabio Gradassi
Montaggio: Andrea Navicella
Produzione: Valentina Medail
Assistente alla produzione: Federica Giorgetti