LIVER – Federico Greco
Harry Brompton è un quindicenne che massacra con una mazza da golf una giovane coppia nella loro casa e ne mangia il fegato, da qui il soprannome affibbiatogli dalla stampa “Liver”. Viene condannato a restare chiuso in un istituto di igiene mentale di massima sicurezza nello Yorkshire ma dopo diciotto anni viene liberato per buona condotta. Lo stesso giorno in cui esce dall’istituto si reca a casa del procuratore Mc Williams, che lo aveva condannato, e trova la figlia la quale patirà la vendetta di Harry.
Cortometraggio interamente centrato sul protagonista, Ottaviano Blitch, che si presenta novello Frank-N-Furter dalla galassia Transilvania (direttamente da The Rocky Horror Picture Show), capace di arti amatorie che sposano i gusti malsani di Alex (Arancia Meccanica). Una sorta di show dove l’attore può mostrare istrionicamente la sua capacità di confrontarsi con le diverse angolature del volto umano, mutandone i tratti come un camaleonte che si difende nel suo habitat.
Ecco quindi sagomare i lineamenti di Blitch sino a plasmare l’assassino soprannominato “Liver” e accanirsi su una donna legata e imbavagliata (Natasha Czertok), per poi dissolversi e ricomporsi nel volto di un anziano che canta seduto su una poltrona mentre il viso di un essere demoniaco sbuca dall’oscurità, illuminato da lingue di fuoco.
Ogni scansione spazio-temporale è accompagnata da un sagace uso della colonna sonora che, partendo da brani di musica classica (Coriolan e Egmont di Beethoven), vira verso il vero e proprio video-clip (sulla musica di Peter Gabriel Signal to Noise), culmine artistico del cortometraggio. Grazie ad un buon montaggio, alla interpretazione di Blitch ed al buon uso delle luci (che enfatizzano determinati colori), il regista riesce a erigere una sorta di video-clip onirico e sfuggente che coinvolge ed avvolge nonostante il resto della pellicola sembri solo un pretesto per arrivare a questa sezione finale.
Citazionismo (The snatch, Pulp Fiction, Arancia Meccanica sono menzionati nei titoli di coda) e violenza a go-go, musica e teatralità sono ben miscelati in questi diciassette minuti da visionare con un volume delle casse obbligatoriamente alto. Premiato al Pesaro HorrorFest 2007.