IL SECONDO PASSO – Giovanni Gionata Paudice
Una telefonata che sancisce la fine di una relazione, un’uscita con una nuova conoscenza per respirare, per tentare di lasciarsi alle spalle una storia dolorosa. René esce così spensierata, fino alla ricezione di una telefonata che la lascia ripiombare nella tristezza, ma non è nulla rispetto all’epilogo che la attende a casa.
Lavoro no-budget questo diretto da Giovanni Gionata Paudice, attivo nella scena underground italiana per esempio come attore in Voce dall’inferno, stavolta in cabina di regia. Il secondo passo vuole raccontare una storia di denuncia che, in prima istanza, assume i contorni di un manifesto contro la violenza alle donne ma che si tramuta in una specie di revenge movie (inconsapevole).
Il secondo passo, nonostante una trama risicata ma non banale, sopperisce sotto i colpi di un’amatorialità tipica di chi tenta di districarsi nell’underground con una manciata di riprese, dove l’assenza di budget e il tono acerbo del comparto tecnico oltre che del cast sono onnipresenti, lasciando il cortometraggio al livello di esercizio preparatorio. In questa fase, oltre indicando di non considerare il voto, mi sento di dare un solo consiglio: scrivere dialoghi credibili, evitando parole o intere frasi che nessuno mai pronuncerebbe nel quotidiano.