SEX OFFENDER – Eugenio Cardi
Alain, dall’interno di un cellulare che lo sta conducendo in prigione, ci racconta dei motivi per i quali è stato arrestato. Un ragazzo difficile, figlio di un padre distratto e indaffarato nei suoi loschi affari, appartenente a una famiglia con un passato di sangue, Alain cresce (moralmente) solo, cinico e piuttosto amareggiato. Vive nel Queens circondato da individui di malaffare, dall’aspetto e dalle vite degradate, tenuto sott’occhio dagli assistenti sociali.
Il padre di Alain è stato ucciso, così come la sua collega e amante dalla quale ha avuto un secondo figlio ormai chiuso in orfanatrofio. Il protagonista del romanzo sa che potrebbe trovare l’omicida del padre, sa che potrebbe prendersi cura del fratello, sa che potrebbe avere una vita agiata, e uguale a tutti gli altri. Ma Alain è diverso. Sentendosi provocato da una zia, commette il suo primo stupro … con enorme piacere. Impulsi sempre più pressanti fanno breccia prepotentemente, lo spingono a saggiare emozioni sempre più forti; le piccole “marachelle” non bastano più. Inizialmente sente il bisogno di avere una spalla, un complice, e trova Sean, con cui Alan acquista le prime armi utilizzate per spaventare e, poi, stuprare le donne. Il bisogno successivo è quello di uccidere, troppa potenza con una pistola in mano, così inizia una caccia di selvaggina, ovvero di donne.
Alain nel suo folle percorso perde tutti i suoi complici, perde anche la madre, ma riesce a togliersi tutti (e tutto) di dosso con una semplice scrollata di spalle, pensando unicamente alla soddisfazione dei desideri, con l’orgasmo che coincide con l’ultimo alito delle vittime. Ma il gioco non può durare per sempre e, in un momento di massima esaltazione, commette un errore.
Durante la lettura di Sex Offender il lettore è proiettato nella mente del protagonista, è lui che parla in prima persona, che si presenta e che racconta la sua vicenda. Sentiamo ciò che sente lui, percepiamo la confusione dei suoi pensieri, la rabbia e il cinismo. Siamo nel mente di un ragazzo scombussolato dagli eventi che, fin dai primi anni dell’adolescenza, si sente predestinato al male, seguendo la lunga scia di delitti del proprio albero genealogico. È fatto così e deve seguire la sua natura. Alain sembra essere indolente, vive alla giornata e fa dello stupro la sua unica occupazione, unica ragione di vita. Le donne tutte puttane, cuscini, stracci da gettare fuori dal finestrino dopo averli usati, lo attirano con il loro ancheggiare, con le loro labbra, con i loro tacchi. E così scatena sulle prede le sue fantasie sessuali, le lega impotenti ai letti o ai muri, le sottomette … zitte e con gli occhi bendati. Le normali pratiche sessuali quali il bondage e il breath-play diventano il fatale mezzo per sentirsi onnipotente, tanto da studiarne ogni dettaglio, ogni movimento, le tempistiche affinché ne possa ottenere il massimo piacere.
Gli episodi narrati sono indubbiamente fuori dal comune, controversi; interessante il personaggio di Chi Phan l’unica che dopo esserne stata vittima ha saputo realmente contrastare Alain. Ma nonostante alcuni passaggi siano sopra le righe, il realismo rimane costante, dipanandosi nella descrizione (mai noiosa) dei luoghi, delle persone, delle vicende e senza mai creare disgusto. A fine lettura quanto è lontano il desiderio di Alain di avere una casa al mare, recuperare il fratello, far sorridere la madre … sogni infranti in corpi martoriati.