DOUBLE IMPACT – Sheldon Lettich
Frank Avery è una guardia del corpo. Il suo intervento riesce a salvare i neonati gemelli Alex e Chad dal massacro che la triade ha ordinato ai danni della loro famiglia. Incapace di gestire entrambi i bambini, Frank lascia Alex in un orfanotrofio di Hong Kong, mentre porta con sé negli USA il piccolo Chad. I due gemelli si incontrano nuovamente dopo venticinque anni, addestrati a dovere e pronti per uccidere chi si è accanito contro i propri genitori.
Sottovalutato all’epoca, più o meno rivalutato nell’ultimo decennio, Double impact da un lato si adagia a soluzioni tipiche dei B-movie senza alcuna pretesa di risultare di un livello superiore, dall’altro costruisce avvincenti sequenze d’azione che non si limitano alle canoniche botte da orbi ma che alternano sparatorie e inseguimenti, col giusto ritmo. Funzionale in tal senso la città stessa di Hong Kong, piena di suggestioni visive (luci scintillanti in ogni angolo, senso di claustrofobia nonostante gli ampi spazi) e architetturali (strade lunghe che si diramano in stretti cunicoli, presenza della costa all’orizzonte), perfetta scenografia per un action del genere.
Jean-Claude Van Damme riesce (nei limiti del caso) a caratterizzare entrambi i gemelli, infondendo loro quel pizzico di humor che non guasta mai e, inutile dirlo, sfodera le sue doti atletiche nello scontro contro l’immenso Bolo Yeung, vero e proprio fulcro di interesse del film per gli adoratori più sfegatati dell’attore belga. Da vedere e rivedere.
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