DOMIZIANO ARCANGELI – Intervista
Domiziano Arcangeli si muove sul grande schermo specialmente attraverso pellicole che possiamo definire “di genere” (Circus of dread, Alien babes in heat, … ), senza disdegnare discese in micro-mondi amari e quanto mai attuali (Scenes from a Gay Marriage). In Italia è conosciuto anche per il ruolo di protagonista del film The house of flesh mannequins diretto da Domiziano Cristopharo e, a breve, lo rivedremo in Wrath of the crows di Ivan Zuccon. A Domiziano la parola.
Chi è il Domiziano attore e chi è il Domiziano uomo?
Domiziano attore e’ una entita’ molto ambigua. Ho pensato onestamente un po’, prima di rispondere a questo! Non ci avevo mai pensato prima in effetti: io non mi vedo come un attore, ma forse, la verità è che ci sono nato e non credo di sapere molto altro della vita! Ma poi l’altro Domiziano, il non attore, mi dice che affermare una cosa simile, invece sarebbe una contraddizione tremenda, perché in effetti ho conosciuto moltissimo della vita, e sempre in prima persona!
Ma allora mi domando,anche, ma quale e’ stata veramente la mia vita? Risponderti con onestà mi è molto difficile: ma, sto cercando di distinguere i 2 momenti. Perchè è vero che io non sono mai un “attore”, a tempo pieno ma, è vero pure che non posso certo affermare di essere me stesso, o forse, quello che ne rimane (come avrebbe detto Pirandello), costantemente. Magari alcuni amici potrebbero dissentire, ma, forse, il Domiziano attore e’ stato un po’ volitivo, egoista, eccentrico, non abbastanza calcolatore, forse,ma sempre determinato, quasi come un devoto, chiamato dalla fede piu’ profonda, che poi nel suo cammino,ha incontrato molte difficoltà, distrazioni, amori imprevisti,paure e sgomento, e quindi, anche alcune fughe, prima di riuscire a trasformarsi in … uno “Zelig”, quasi a tempo pieno, perchè quella è l’ultima destinazione, per chi come me, ha sempre vissuto per questa professione.
Domiziano uomo è una persona invece ferita da troppe esperienze, un po infelice, perchè sempre alla ricerca di una “armonia”, di una “pace” che non c’e’ mai, perchè viviamo avidamente ogni emozione, per poi trasmetterla ad un personaggio, quasi mai assimilandola per noi stessi! Un po’ come il gioco dell’uovo e della gallina, insomma: avendo difficoltà a scindere quello che sento&conosco come persona, da tutto ciò che invece “credo di vivere” attraverso un personaggio, alla fine, certo, ti confonde l’esistenza ed anche la capacita’ di giudizio! E da qui ecco quindi le famose “ansie”, i noti malesseri psicologici degli attori! Infatti, c’e perfino chi ci detesta, e non posso non comprenderli, a volte! Ma noi siamo esseri senza piedi, a volte siamo infatti cosi’ leggeri … ci possiamo spostare da un luogo ad un’altro, senza che nessuno se ne accorga.
Diciamo che anche per rispetto verso me stesso, crescendo, ho cercato di essere molto meno volitivo, meno egoista e sfuggente … ho cercato di essere piu’ presente, con me stesso! Ma mi è costato non poco! Oggi direi che cerco di essere prima di tutto rispettoso verso gli altri, mi comporto con molta educazione, e cerco di comprendere le ragioni altrui, anche se poi, mi devo isolare in quello che e’ in effetti la mia vita, evitando di ascoltare troppo quello che, per esempio, ti viene detto a lavoro, o dalla stampa, dalle persone, perchè, ti assicuro che ci condiziona moltissimo, e chi dice di no, non e’ sincero. Se davvero credessi a tutto quello che mi dicono, a volte, tornerei a casa completamente diverso, appunto comportandomi come quella persona che credo di essere, ma non sono.
Allora alla fine, nella mia vita, certo posso essere una persona molto complicata,ma, proprio per questo, cerco sempre dei valori piu’ verosimili: mi occupo molto dei miei 2 figli, e dei nostri animali di casa, uno vero zoo, leggo moltissimo,visualizzo sempre eccessivamente ma, in ogni caso, cerco di mantenere sempre un equilibrio col lavoro, cercando sempre di riconoscerlo, anche perchè lo debbo lasciare dietro la porta di casa, e con una attitudine positiva, per sconfiggere la malinconia degli equivoci!
Come ti sei approcciato al mondo del cinema e quali sono state le tue prime esperienze?
Ho avuto un’infanzia molto solitaria, per rimediare, mi inventavo piccole commediole dove recitavo tutte le parti. Viaggiavo molto, non avevo amici stabili, ero molto irrequieto, sempre diviso tra gli Stati Uniti e l’Italia, Venezia, Cortina D’Ampezzo, Roma. Attraverso delle amicizie iniziai a lavorare per la Radio dei piccoli, poi in qualche publicità, e una sera a Venezia, incontrai Helmut Newton, che mi chiese di fare delle fotografie! Mi invitò a Berlino, e lavorammo insieme per alcuni giorni, poi le foto uscirono, erano molto belle, ma anche provocanti, ed avevo solo 11/12 anni! Fellini mi vide su un giornale, decise di farmi un provino per Amerika di Kafka, un film che non si fece mai, ma a Cinecittà feci una certa impressione, e mi scritturarono per un film, che divenne il mio primo, e subito dopo ve ne fu un’altro ed un’altro ancora con Franco Brusati. Era un bellissimo film, visto pochissimo: Il Buon Soldato.
A quel punto avevo comunque già un agente, e continuai a lavorare, alternando spettacoli teatrali anche molto belli, con Patroni Griffi, per esempio, a televisione e cinema! Ero anche diventato nel frattempo un modello molto richiesto, ero magrissimo, non mangiavo mai, ero nervosissimo e sempre teso, irascibile. Poi mi innamorai di una ex Miss Italia, ed a Roma erano anni bellissimi! Anche se poi c’era già crisi, si era ancora in piena attività, il cinema di genere pagava benissimo, e alla sera si usciva sotto quelle enormi lune romane, spensierati, pensando che la giovinezza era eterna nella città più Eterna … forse vivendo quegli ultimi strascichi di Dolce Vita. Ecco, avevo anche degli amici molto cari, frequentavo persone coltissime, e per un po’ sembrò anche che dovessi fare una gran carriera, ma, non andò proprio così, anche se lavorai praticamente, un po’ con tutti. All’inizio degli anni 90, tutto di un colpo, si spensero le luci. Un’atmosfera di perenne disfacimento sembrava perseguitarmi! Tutti i successi o le promesse ottenute durante la decade precedente, furono delle delusioni, e mi misi per lo più a far teatro e a cercare lavoro all’Estero. Proprio mentre ero a New York, lavorando ad uno spettacolo del grande Jonathan Miller, off Broadway, decisi che Roma era cambiata, la gente persino non mi pareva più la stessa,insomma, non mi sembrava più lo stesso magico luogo degli anni precedenti. Inoltre, con la fama che avevo nell’ambiente, leggi: modello sovraesposto a Cinema di serie C, chiacchierato per noie personali, non particolarmente gradito ai nuovi autori di allora, che non mi vedevano abbastanza Italiano, per inserirmi nel cast di un film, decisi, che ero troppo orgoglioso per stare in un luogo dove non mi si apprezzava e che non avrei comunque cavato un ragno dal buco, perché la situazione era comunque inaccettabile, per cui decisi era ora di “ritornare a Los Angeles” una città che conoscevo molto bene sin da quando ero bambino, e dove avevo molti cari amici! Senza pensarci troppo, mi feci un biglietto aereo ed andai a trovarmi un agente, sempre tutto da solo e senza aiuti particolari! Incominciai a lavorare dopo 3 settimane. E non ho mai smesso.
Hai ancora contatti con quello che è il cinema italiano? Puoi dirci la tua impressione sul suo stato di salute?
Non credo stia a me decretarne lo stato di salute del cinema Italiano che di questi tempi mi rendo conto di conoscere pochissimo! Certo, da quello che si potrebbe dire stando all’Estero, non pare una cinematografia delle migliori! Una volta, appunto sino agli anni ’80 circa, anche qui, ci si metteva in fila per i film dei grandi registi Italiani, e per qualche cult anche! Ora, si parla solo e prevalentemente del Cinema Italiano degli anni ’60/’70 sia per quello che riguarda l’arte che per quello che riguarda il Cinema di genere. Comunque debbo dire, che essendo stato in Italia, più di un paio di volte, negli ultimi tempi e proprio per lavoro, ho scoperto tutta una nuovissima generazione di cineasti stanchissimi delle solite cose che si facevano negli anni ’90, e che, abbattendo ogni pregiudizio, si battono o per un Cinema personalissimo, un Cinema nuovo, visionario ed inquietante, o addirittura per il ritorno ai film di genere che, dopo aver conquistato l”America e il Mondo in questi ultimi 15 anni, ora sono tornati a far parlare persino gli Italiani! Chissà che davvero qualcosa non cambi nelle strutture, e tra gli esercenti? Il pubblico e gli autori stanno cambiando! Io ti posso dire che ultimamente sono stato chiamato per puro caso a fare uno dei protagonisti del prossimo film di Ivan Zuccon, filmmaker independente del Nord Italia, persona eccezionale con cui mi sono trovato benissimo! Lui, fin dagli anni 90 era stato un montatore di grandi registi come gli Avati, poi i suoi film ha cominciato a farseli da se, in casa, con l’aiuto della sua meravigliosa famiglia. Hanno venduto, ne ha fatti altri sempre un po piu’ grandicelli e girati in Inglese per i Mercati Internazionali! Questo ultimo a cui abbiamo lavorato la scorsa estate, in luoghi molto belli nelle campagne tra Ferrara e Verona, Wrath of the Crows credo esca a Marzo in Italia e tramite Cecchi Gori, e quindi in America, visto che nel cast ci sono anche dei bei nomi, e la storia e’ senz’altro quella che finora ha avuto il respiro piu’ ampio di tutti i suoi precedenti lungometraggi! Insieme a lui ho conosciuto tutta un’altra squadra di filmmakers interessantissimi! Io credo che la volontà di rinnovamento ci sia, adesso vediamo un po’ se qualcuno aiuta a promuoverli un po’ di piu’ e soprattutto in Patria, questi nuovi films di autori di rinnovato talento ed in piu’ girate con la solita, eccezionale maestria di una troupe all’italiana che all’artigianato più puro unisce sempre anche un’immaginazione e disponibilità davvero inconsuete!
Ci racconti la tua esperienza nel film The House of Flesh Mannequins?
Quello è stato, debbo confessarti, uno dei periodi più tosti di tutta la mia vita. Avevo incontrato per caso il mio omonimo Cristopharo, allora un artista emergente e multimediale, che mi aveva proposto di fare questa storia che aveva scritto per me! Ed io stavo proprio in un momento che, nonostante un certo successo negli States, film dopo film avevo accumulato,una certa frustrazione per la qualità banale o irrisolta della maggioranza dei prodotti che continuavamo ad offrirmi. Leggere il copione del film fu quasi uno shock catatonico, perchè era in un certo senso proprio quello che volevo fare in quel momento! E dissi che non volevo aspettare più e mi buttai a farlo di persona! C’era stata, comunque, negli ultimi tempi comunque anche questa volontà di produrre e questa mi parve l’occasione giusta! Ma, tra il dire e il fare, c’e’ di mezzo il mare dice un proverbio assai ragguardevole! Non sapevo di stare per imbarcarmi non solo in un film difficile ed emotivo a moltissimi livelli, ma anche in una delle più grandi lezioni di vita da me mai ricevute!
Comunque dopo alcune letture,si trovò anche un co-produttore con il volenteroso Daniele Panizza, e un associato per le riprese qui, David S. Sterling, un personaggio alla Massaccesi! Ti dirò che alla fine tutto è andato anche bene, ma sarebbe potuta diventare una catastrofe gigantesca! Quando arrivai a Roma, per girare alcune scene molto complesse ed eccezionalmente scabrose, un po’ anche per via del cast e di alcune location bellissime che si erano trovate, proprio nei dintorni della Capitale, dovetti ri-ambientarmi completamente in una città che non conoscevo più! Solo quello fu un inizio emozionalmente difficile, senza contare che, terminate le riprese a Roma, il film vero e proprio si sarebbe girato nello spazio di 4 settimane a Los Angeles, ma visto che gli impegni di lavoro proprio in quel periodo così complesso continuavano ad aumentare, pensai di affidare la pre-produzione del film a 2 ragazzi che mi parevano bravi e volenterosi, ma in realtà si rivelarono 2 imbecilli e per di più bugiardi … ed io le persone disoneste proprio non le sopporto!
Quando arrivò Cristopharo con la piccola troupe italiana, tra cui il direttore della fotografia, il bravissimo Mirco Sgarzi, mi trovarono quasi in uno stato di instabilità mentale! Non ti posso neanche raccontare tutto quello che successe durante la lavorazione di quel film ma, ti posso dire, che fu in assoluto uno dei momenti più tormentati e infelici della mia vita! Purtroppo, anche perché amo molto il film, anche se non mi sono mai piaciuto cosi tanto in esso e, nonostante, persino qualche premio come migliore attore e alcune critiche davvero incoraggianti, ho sempre pensato, con immensa tristezza, che la mia performance fosse terribilmente slegata e diseguale, proprio per le infinite noie e responsabilità produttive che stavo allora imparando così bene (prima regola nel Cinema: non fidarsi mai di nessuno!) e per altre invece tragiche circostanze personali con cui stavo combattendo. Il tutto unito anche alle complicazioni di un regista estremamente esigente come l’altro Domiziano, che lavorava strenuamente per il suo film, facendomi sentire terribilmente inadeguato, mi aveva portato ad una esasperazione tossica! Non capivo nemmeno quasi più nulla! E pensai anche di ritirarmi per sempre dal Cinema! Ma infine, anche per merito del regista, e di tutta la troupe principale e dalla mia collega, la mia grande amica Irena A. Hoffman che mi sostenne sempre e con grande ardore, il film fu terminato nei tempi prestabiliti e, dopo aver girato davvero moltissimi Festival’s Internazionali, è divenuto veramente un piccolo film di culto qui negli USA.
Io però non mi sono mai sentito cosi a disagio durante nessun film prima, e credo che questo si veda nella vulnerabilità sostanziale della mia performance! Nonostante tutto rimane uno dei miei film più importanti, finora, e certamente il mio inizio, non proprio leggiadro, ma pur sempre come imprenditore e Produttore cinematografico! È proprio da questa esperienza che ho imparato a “riconoscere” subito le persone, e devo dirti, che, dopo tutto, l’anno successivo fondai la mia società di produzione ufficiale, la Empire Films inc, con cui stiamo girando ora e molto felicemente il 14esimo film, The Bathroom Diaries, per cui alla fine, ti posso dire che ne valse la pena e che ho imparato anche a non prendere mai nulla, nemmeno la felicità, per garantita! Il successo in verità, poi, non insegna nulla, è proprio vero … sono le situazioni disastrose che ti insegnano a vivere.
Sul web è possibile leggere che stai lavorando a molti titoli, alcuni dai titoli bizzarri (Circus of dread, Alien babes in heat), ci anticipi qualcosa a riguardo?
Ah, certo, ma non vi sono solo titoli bizzarri! Però in realtà è vero, come ti ho spiegato dopo un certo periodo di professionalità, ho sentito anche molto desiderio di rinnovamento, e mi sono fatto in quattro per cambiare agenti e rappresentativi del marketing, proprio per arrivare ad un cinema più alto, a livello artistico! Io sono sempre stato affascinato dai grandi registi, parlo appunto di personaggi come Fellini, come il primo Polanski, il primo Bertolucci, Skolimowski, Bergman, Fassbinder, Joseph Losey, Malle, Antonioni,Orson Welles,Kubrick,Tarkowski, Pasolini,Visconti, Zurlini (il suo La prima notte di quiete con Alain Delon, un attore memorabile, rimane uno dei miei film preferiti in assoluto!) e piu’ recentemente, P.T. Anderson, Michael Haneke, Julio Medem, Gaspar Noè, Von Trier, Denys Arcand, Almodovar. Ho cercato in questi ultimi tempi di non fermare la mia carriera a film di genere o serie televisive di successo (come Zalman King’s ChromiumBlue per 3 anni su Showtime in prima serata, che fu qui un po’ il mio trampolino di lancio, e più recentemente 1,000 Ways to Die o la bellissima “Femme Fatales” un grande nuovo successo di HBO), ma ad interpretare soprattutto, e a produrre (anche) film molto, molto diversi tra loro. Nel caso più specifico posso dirti che Alien Babes in Heat è comunque un po’ una vera strizzata d’occhio a Barbarella, e a quel tipo di disco Sci-Fi che fu così pop negli States, almeno, durante gli anni dello Studio 54! Era veramente molto tempo che nessuno aveva pensato di fare un film cosi’ un po Xanadu’, un po Barbarella, un po’ che so … L’umanoide! E poi … insomma uno i conti li deve pure pagare si o no?!
Discorso invece completamente diverso per Circus of Dread, una co-produzione tra Stati Uniti, Australia e Giappone, che sarà un po’ il primo film più per il grande pubblico di un raffinatissimo regista Australiano, Mark Savage, un uomo di una intelligenza affascinante! Per questo film lui ha voluto proprio me per uno dei 2 fratelli protagonisti di questa tragica Odissea che si trova nel male di vivere, e nel Culto, qui simbolizzato da un Circo Equestre viaggiante, che nasconde un terribile segreto! Un film che rivela senza tanti mezzi toni un’umanità violenta e dissipata, attraverso una grandissima sceneggiatura: quasi non ci credevo quando me l’hanno offerto! Riprese previste per il prossimo Inverno/Primavera, non posso dire di più, ma ho già firmato il contratto.
Invece cosa ci puoi raccontare del “conturbante” Scenes from a Gay Marriage? Come ti sei trovato nel ruolo?
Ma Scenes from a Gay Marriage non è conturbante affatto! Anzi è un film molto amaro, un po’ disincantato, con molta critica, da parte del regista, verso le relazioni di coppie Gay e le relazioni di Coppia in generale. E’ un film che ho prodotto, con molto piacere, perché c’era una bella sceneggiatura, e il suo autore e regista, è un po’ un’icona Gay del nuovo Cinema Americano, si chiama Matt Riddlehoover e aveva già girato 3 film molto piccoli ma di grande successo. L’hanno definito il figlio gay segreto di Woody Allen! Lui adora Allen! E come il maestro di New York, adora l’umorismo più glaciale, le battute graffianti, con i sotto toni che a volte dicono anche di più delle parole! Mi fa anche molto piacere stia andando talmente bene nei Festival di Cinema Indipendente o Cinema Gay ed alternativo, perchè davvero se lo merita: Matt ha lavorato duramente, si è montato, e ri-montato tutto il film! A me l’idea mi aveva subito intrigato, un po’ perché davvero sembra di stare nella versione Gay di uno dei piu’ classici films di Allen, e poi perche’ mi interessano le persone che dicono le cose come le sentono, le persone oneste, e con orgoglio di essere sempre coerenti a se stessi! Inizialmente dovevo produrre il film e non recitarvi, poi mi ha chiesto di fare un ruolo di un povero disgraziato innamorato di uno dei bei e freddi protagonisti, via internet. Ho cercato di donare anima, ad un ruolo, che era troppo stereotipato, e per cui ne abbiamo discusso anche molto! Gli dissi, ma scusa, mi chiedi di recitare e mi vuoi far fare questo ruolo cosi unidimensionale? Ma no, tu gli darai la carica giusta! Mi rispose! Poi sul set, e’ stata in effetti l’unica cosa di cui abbiamo discusso anche abbastanza tenacemente! Lui non voleva dei compromessi troppo sentimentali, ed io non volevo fare un ruolo completamente senza un anima! Ho vinto io, alla fine, poi mi dirai che ne pensi, quando lo vedrai!
Recentemente ti ho visto in Samurai Avenger: The Blind Wolf, come sei arrivato a lavorare con Kurando Mitsutake?
Ho adorato lavorare con Kurando! Un altro fanatico del grande Cinema Italiano dell’ Epoca d’oro! Mi voleva un po’ come un misto di Klaus Kinski e Malcom McDowell in Arancia Meccanica, parole sue … io ho fatto il meglio che potevo, ma insomma, i paragoni erano un po’ … difficili? Sono molto contento di come è andato quel film! Ha vinto praticamente quasi tutti i più importanti Film Festival di Genere, nel mondo! E’ divenuto un cult mondiale ed in America, ora, è anche riuscito in Blue Ray sotto la prestigiosa catena Grindhouse Classic Collection, supervisionata da Tarantino, da cui onestamente, il film ha attinto molto, anche la bravissima Amanda Plummer! Però Kurando è anche lui un regista coraggioso, visionario, e mi ha preferito a tantissimi altri attori, in fase di casting, mi ha davvero voluto per questo film! Ed io mi sono allenato anche in combattimento, ed ho girato per giorni e giorni in mezzo alla sabbia e al vento più caldo che avessi mai patito in vita mia, mentre stavo quasi per disidratarmi completamente! Ma non ho mai detto nemmeno una parola! Ho ripetuto scene dure per non so quante riprese, senza mai lamentarmi!
Dopo tutto, so di poter essere molto leale con chi mi apprezza, e con Kurando, che vive a Tokyo, siamo rimasti davvero molto amici! Persino con la sua bravissima Direttore/trice della Fotografia con cui ho lavorato in un altro film appena terminato per Lions Gate.
Attualmente vivi in America, a Los Angeles, come viene vista l’Italia dall’estero considerando la situazione socio/politica?
Mio Dio… insomma, un po’ come un paradosso … purtroppo! Si rispetta sempre l’Arte, la Storia, la moda, gli spaghetti, però ovviamente sapendo che sono anche Italiano, oltre che Americano, certe cose evitano di dirmele proprio in faccia. Comunque certe vergogne nostrane non si possono proprio più nascondere, sai?
E quando c’era in carica Berlusconi?
Anche Berlusconi come in Italia del resto, aveva qui i suoi sostenitori e i suoi detrattori che sparavano a zero! Io non so esattamente che dire, la politica non mi interessa, dopo domani voterò per chi mi da più fiducia per il Futuro, ma lo sappiamo tutti bene, che certe situazioni Internazionali, sono talmente impicciate da anni fatti di guerre nascoste, di inganni ed imbrogli da parte di Corporation, che purtroppo stanno togliendo con le loro politiche sconcertanti, quell’aria di libertà che si respirava almeno in questo Paese, fino a non moltissimi anni fa! Anche qui la crisi non perdona!
Cosa possiamo aspettarci da Domiziano Arcangeli nell’immediato futuro?
Beh almeno l’immediato futuro è davvero roseo! Ci sono moltissimi progetti in preparazione ed uscita! Si comincia questo 13 Novembre,con un film già visto a Taorminia, che esce in sala in USA, con Lionsgate Films e presentato da Sam Raimi, si chiama The Ghostmaker diretto da Mauro Borrelli grande artista progettista e production designer di quasi tutti i films di Coppola, Terry Gilliam e Tim Burton, per citarne alcuni! Il film è un thriller soprannaturale che ho prodotto ed anche interpretato nel ruolo di Marcus. E poi ,come avevo accennato, si sta girando proprio in questi giorni, il film The Bathroom Diaries altra storia sconvolgente sul mondo della droga pesante, cosi diffusa a L.A., il tutto visto attraverso gli occhi, a volte esterrefatti, di uno spacciatore, una specie di ‘angelo caduto’, che ha rispetto e sentimenti di amicizia per i suoi clienti principali e per i quali, addirittura “soffre”, vedendoli degenerare in esseri immondi o disperati. La storia è tratta dal romanzo Paris in Flames di Robert Paul Taylor, che ha scritto anche la sceneggiatura del film col regista Jake Barsha, e che co-produce il film con noi della Empire, dove io recito anche il ruolo di Snake, uno dei clienti principali, un ex bambino prodigio del Cinema, finito malamente tra eroina e disperazioni paradossali, ma, che poi si rivela, a sorpresa, anche essere un vero duro, con un carattere enigmatico e sconcertante, allo stesso tempo! Nel cast c’e’ anche Danny Trejo.
Inoltre, se possibile, vorrei citare almeno i più importanti film attesi: come, il controverso film del regista vincitore del primo premio alla regia al Sundance Film Festival, Everett Lewis,un altro nome di Culto accanto a Larry Clark che anche lo produce con Gus van Sant, Territory, un’esplorazione quasi alla Antonioni sul dramma esistenziale di un giovanissimo, celebratissimo Artista che, dopo, un Grande Premio, va in crisi, poi scompare misteriosamente … un film davvero affascinante, al quale tengo moltissimo e speriamo vada bene il prossimo anno quando esce, finalmente! Poi 2 progetti della Empire Film, 2 progetti di cui ancora non posso dire molto, ma che posso preannunciare, hanno già a priori, il merito di portare luce su dei veri, incredibili nuovi talenti Italiani! Eh si, faremo 2 films con dei registi Italiani, ma girati in America ed in Inglese, naturalmente!
Il primo si chiamerà Travel well, Kamikaze! un film manifesto, un film politico unico e impegnatissimo, di 2 piccoli geni che ho conosciuto proprio mentre stavo in Italia per le riprese del film di Zuccon! Sono 2 fratelli gemelli identici, come 2 gocce d’acqua, che hanno una forza interiore che oserei definire quasi trasgressiva, Fabio e Damiano D’Innocenzo. Il loro stile, la loro vera moralità e rara percezione del presente mi ha davvero entusiasmato e così ci mettiamo in questa vera avventura ‘on the road’ che credo susciterà moltissime polemiche. Poi un film scritto benissimo, geniale e travolgente di uno dei giovani Italiani, che più si sono messi in vista ultimamente, David Petrucci,che scrive con Andrea Holdson un bellissimo noir fuori dagli schemi Night to Night. I primi due film di Petrucci, Cane Pazzo e Hellis Silence girato in Romania, sono stati acquistati per la Distribuzione Internazionale dalla Dania Film di Luciano Martino, che ci aiuterà anche con la distribuzione Europea del nostro progetto che gireremo in Aprile qui a Los Angeles.
Insomma non mi ferma più nessuno, diciamocelo pure chiaramente!