DIETRO LA MASCHERA – Scott Glosserman
Leslie Vernon proclamatosi degno erede della vecchia dinastia del terrore (Jason Voorhees, Michael Myers, Fred Krueger) prima del suo ritorno presso la comunità di Glenn Echo, che vent’anni prima lo ha brutalmente ucciso, decide di aprire le porte della propria casa ad una troupe televisiva, svelando tutti i retroscena della vita di un serial killer.
Era il 1974 quando con Non aprite quella porta, Tobe Hooper decise di fare propri alcuni degli elementi narrativi presenti nella pellicola del 1960 del regista Alfred Hitchcock, Psycho, e restituendoceli sotto forma di un rinnovato sottogenere: lo slasher. Successivamente, grazie anche a film come Halloween- La notte delle streghe, Venerdì 13 e Nightmare – Dal profondo della notte, questo sottogenere si è evoluto acquisendo quella struttura drammaturgica standardizzata che oggi tutti noi conosciamo.
Proprio su questa struttura pregna di regole ma anche di personaggi ben definiti, la professoressa Carol J. Clover nel 1992 scrisse un’interessante saggio dal titolo Men Women and Chain saws (Uomini donne e motoseghe) analizzando il ruolo che uomini e donne hanno avuto all’interno dei film dell’orrore dagli anni sessanta sino agli anni novanta. In un periodo in cui l’horror attingeva a figure fantastiche come zombie, vampiri e lupi mannari, lo slasher si presentava al pubblico in maniera incredibilmente diretta, mostrando un mondo in cui uomini e donne erano in continuo conflitto ed in cui il maschile ed il femminile erano più uno stato mentale che fisico. Fu in questa occasione che Clover utilizzò per la prima volta il termine Final girl, riferendosi alla protagonista femminile degli horror movies che generalmente sopravvive alle aggressioni del killer e, a volte, lo uccide.
Behind the mask gioca sui simbolismi e sulle regole dettate dalla Clover, smontandole e analizzandole, ma anche sovvertendole, denudando i killer protagonisti della loro aurea mitologica e presentandoceli come semplici uomini che dedicano la loro intera esistenza a duri allenamenti mentali e fisici al solo ed unico scopo di entrare nella leggenda. Non è un caso quindi se la prima parte del film assume la struttura di un mockumentary attraverso il quale vengono dati al pubblico tutti gli strumenti necessari per poter seguire la seconda parte della pellicola, dove Taylor e la sua troupe, che a questo punto diventa visibile, entrano a far parte, loro malgrado, dello slasher movie di cui Leslie è il regista assoluto.
CURIOSITA’:
- Robert Englund interpreta il Dottor Halloran il cui aspetto ricorda molto il Dr. Loomis di Halloween – La notte delle streghe film che viene nuovamente omaggiato anche quando Taylor si posiziona di fronte al Red Rabbit Pub,un riferimento alla scatola di fiammiferi trovata dal Dr. Loomis nella già citata pellicola del 1978.
- Kane Hodder (Jason Voorhees per quattro volte) è presente all’inizio del film intento a rientrare nella propria abitazione al numero 1428 di Elm Street.
- Mentre Tayolr intervista per la prima volta Eugenie e Jamie nel loro salotto, è possibile notare la scatola di Lemarchand presente in Hellraiser posata su di un tavolino.
VOTO: 8/10
Titolo originale: Behind the mask – The rise of Leslie Vernon
Regia: Scott Glosserman
Sceneggiatura: Scott Glosserman, David J. Stieve
Nazione: USA
Anno: 2006
Durata: 92′
Cast: Nathan Baesel, Angela Goethals, Robert Englund, Ben Pace, Britain Spellings