ALONE – Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom
Vee e Pim, una volta sposati, si trasferiscono dalla Thailandia alla Corea dove conducono un’esistenza senza turbamenti, se non quelli di una normale coppia moderna, fin quando la notizia della malattia della madre di lei costringe i due giovani sposi a ritornare nei luoghi natii.
Nella casa dove Pim è cresciuta, si riaffaccia il ricordo, ancora non completamente reciso, della sorella gemella Ploy deceduta dopo l’intervento per la separazione dei loro corpi. Un pensiero scava come un tarlo nella mente di Pim privandola della giusta pace (se non avessi fatto l’operazione, Ploy sarebbe ancora in vita?).
I sensi di colpa divorano la sorella ancora viva, le dilaniano il cuore con i loro i denti aguzzi. I ricordi, che quella casa reca in grembo, non fanno altro che far sprofondare Pim nell’abisso oscuro della propria anima. Fu proprio l’amore per Vee (Withaya Wasukraipaisan), all’età di 15 anni, a dare a Pim (Marsha Wathanapanitch) il coraggio necessario per compiere il passo più importante della sua vita … ma la presenza di Ploy è ancora incombente.
Una realtà allo specchio ci viene offerta in dono dai registi di Shutter (Parkpoom Wongpoom – Banjong Pisanthanakun). Persi nei ricordi di Pim, condivisi in parte con la sorella Ploy, ci sembra quasi di confonderne le vite, come in un disegno di Rorschach dove la realtà rappresentata è quella che noi osserviamo, non quella che realmente è. Personalmente non sono rimasto turbato tanto dai classici schematismi tipici di un horror-movie ma quanto dalla consapevolezza delle problematiche che comporta la vita di due gemelle siamesi. Due persone che sono costrette a condividere tutto, compresa l’intimità del proprio corpo, ma soprattutto che hanno condiviso tutto fin dalla più tenera età come se fossero una sola persona, scoprono improvvisamente di essere diverse e, cosa ben più sconcertante, scoprono che due sorelle non possono condividere tutto della vita dell’altra. A maggior ragione se stiamo parlando di un sentimento forte come l’amore per una persona.
Molto curata la figura di Vee, ruolo chiave nello sviluppo della trama di Alone. Egli è la cesoia che ha diviso ciò che Dio, con tanto amore, ha unito. Il primo tempo, un po’ lentino, potrebbe dare l’erronea impressione che il film segua un copione gia visto e molto abusato, il secondo tempo invece riesce a far luce abilmente sulla triste verità nascosta nel passato delle due gemelle. Che l’uomo non separi ciò che Dio ha unito anche se il legame forte, ma invisibile, è quello dell’amore.
VOTO: 6.5/10
Regia: Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom
Prodotto: Yongyoot Thongkongtoon, Yodphet Sudsawad, Mingmongkol Sonakul
Cast: Marsha Wattanapanich