PRAY FOR DIAMONDS – Alessandro Redaelli
Una coppia estraniata dal mondo che vive con i propri usi, le proprie credenze e i propri riti. Una wikka ritualmente dedita allo skyclad e il suo uomo, conducono una vita semplice e piuttosto primigenia, alloggiando in una roulotte piccola e lercia, dedicando intere giornate alla riuscita di un rito, vivendo di cacciagione e di qualsiasi altra cosa procacciabile. I due vivono nel loro piccolo mondo felicemente desolato. Un evento inaspettato e tragico altera l’armonia della coppia, che può trovar pace solo nella vendetta.
Alessandro Redaelli, in un periodo particolarmente produttivo, ci presenta un cortometraggio convincente e coerente, che si apre con un prologo e si sviluppa in tre parti: The First Experiment, Second Try e The Last Sacrifice. Pray for diamonds è un lavoro totalmente privo di dialoghi, che presenta una spiccata attenzione ai dettagli derivante dalla personalità inequivocabile del giovane regista, in grado di fotografare piccoli momenti della vita dei due protagonisti ostentando un mondo lurido, fatto di riti satanici e sacrifici, a tratti sconclusionato. Fino alla fine.
Tutto si spiega nel frame finale. Complimenti a Redaelli, qui nella veste anche di sceneggiatore, che riesce a tenere alta l’attenzione incurante del politically correct, lasciando muovere i protagonisti verso l’obiettivo sanguinoso. Bravi gli attori (Massimo Onorato e Francesca Ghezzi in primis), perfettamente integrati nel ruolo, interessante la colonna sonora, mentre molto poveri alcuni “effetti speciali” (il lampo di luce stile Dragon Ball), capaci di far perdere credibilità al lavoro. Pray for diamonds, un indipendente da vedere senza pregiudizi.