ZOMBIES ZOMBIES ZOMBIES – Jason Murphy
Un dottore sperimenta su dei criceti uno strano siero che ne esalta il lato aggressivo, ignaro dei possibili esiti sugli esseri umani. Un suo collaboratore ne ruba un quantitativo pensando di poterlo rivendere come droga e pagare i debiti contratti con un magnaccia di colore. Quest’ultimo controlla un giro di prostitute che lavora subito fuori un locale di spogliarelliste, tra i due gruppi non corre buon sangue perché si accusano di rubarsi la clientela vicendevolmente. Una notte una delle prostitute ha la malsana idea di rubare parte del siero per sniffarlo … la sua trasformazione in zombie da il via al contagio.
Sulla falsariga del recente Zombie Strippers anche la pellicola di Jason Murphy cerca di incanalarsi nel filone splatter-erotico dai forti connotati demenziali ma lo fa con una povertà di mezzi che, se sommata alle innumerevoli falle di sceneggiatura, rende il prodotto inutile. Sicuramente la vena trash riesce in parte a risollevare le sorti del film (che scimmiotta alcuni classici anni ottanta) e la breve durata (poco meno di 80 minuti) non appesantisce più di tanto una visione massacrata da una sceneggiatura che si trascina stancamente.
Incredibile come anche in fase di montaggio e regia ci si assesti su livelli a dir poco amatoriali, con una telecamera che sembra piazzata sulla scena in un posto a caso e un montaggio (se c’è mai stato!) a dir poco approssimativo. Non male invece qualche brano della colonna sonora, anche se ci si sarebbe aspettato uno spettacolo più sinuoso ed intrigante all’interno dello strip bar mentre la musica scorre di sottofondo.
Gli effetti speciali mescolano trucchi artigianali già datati cinquant’anni fa (i manichini degli zombie trapassati da oggetti per esempio) e artifici digitali veramente pessimi che, però, ben si sposano con il clima trash della pellicola. Simpatica l’idea finale, divertente e splatter al punto giusto. Consigliato solo ai fanatici dei B-movies.