X-MEN L’INIZIO – Matthew Vaughn
L’unione dei mutanti sotto una medesima egida, la forza di trovarsi diversi ma al contempo uguali se non maggiormente dotati degli esseri umani, la ricerca di un proprio spazio sulla Terra dove trovare oasi è l’obiettivo di due mutanti: Xavier e Erik. Il primo crede nella coesistenza tra le specie, il secondo vede come impercorribile la strada proposta dall’amico, intravedendo tuoni all’orizzonte. I due ragazzi di oggi sono quegli stessi mutanti che nel futuro assumeranno il nome di Professor X e Magneto.
Gli anni sessanta fanno da (azzeccata) cornice a questo prequel che vede il ritorno di Bryan Singer alla produzione e la stretta del timone da parte di Matthew Vaughn, regista del’anomalo super-eroistico Kick-ass, in un racconto che mescola azione, fantasy e fantascienza sapendo dosare gli ingredienti con gusto, spruzzando la quantità giusta di ironia (il cammeo di Wolverine, i siparietti tra i giovani X-men) in un contesto maturo (la morte della madre di Erik) e ancorato alla realtà (il rischio missilistico di Cuba). X-men: l’inizio è un concentrato di emozioni che colpiscono su strati diversi, divenendo puro intrattenimento per i più giovani, interessante epopea per i meno giovani, curiosa mescolanza di episodi del celebre fumetto Marvel per i gli amanti dei personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby.
Siamo dalle parti del terzo, ottimo, episodio della saga (X-men: conflitto finale), più che vicini ai primi due capitoli eccessivamente fantasy e “circensi”, per cui aspettatevi una buona dose di pathos che alle volte si sostituisce all’azione, ma non dimenticate che, trattandosi di blockbuster, le scene di massa, le esplosioni, le corse a perdifiato e gli scontri corpo a corpo non mancano.