X FILES VOGLIO CREDERCI – Chris Carter
Una giovane agente dell’FBI scompare dopo una colluttazione dalle cause oscure. Un sacerdote sensitivo condannato per pedofilia porta gli agenti lungo le distese innevate della Virginia alla ricerca della donna, guidandoli sino al ritrovamento di un braccio maschile sepolto sotto una coltre di neve. Una ragazza viene speronata da un carro lungo un rettilineo e segregata in una sorta di laboratorio dove vengono svolti esperimenti genetici. Tocca a Mulder e Scully tornare ad occuparsi di un caso ai limiti del paranormale come questo, ricucendo i sottili legami che intercorrono tra eventi apparentemente slegati tra loro.
Ritornano sul grande schermo gli agenti Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson), per ridare un altro soffio vitale ad una serie che ha caratterizzato la fantascienza (e non solo) degli anni novanta. Dopo ben sei anni dall’ultimo episodio trasmesso e dieci dal precedente film, non occorre soffermarsi sul perché di questa riproposizione, gli intenti commerciali sono più che palesi: un modo per “testare” l’appeal che X-Files può avere dopo tutto questo tempo per un possibile ritorno in auge almeno con un altro film (come dichiarato nelle varie interviste).
Soffermiamoci sulla bontà del film. X-Files – Voglio crederci poteva benissimo avere un qualsiasi altro titolo per quanto riguarda lo script, infatti ciò che viene mostrato è un thriller come moltissimi altri basato su paradigmi evolutivi della trama (l’intreccio di diversi casi), manipolazione degli eventi (situazioni della vita privata che ricadono ad hoc nel dipanarsi delle scene) e corse frenetiche (verso il salvataggio degli innocenti coinvolti) abbastanza standard per il genere. Tuttavia sfruttando un meccanismo ben oleato il film riesce a procedere senza intoppi ma anche senza particolari guizzi.
L’elemento che riesce a calamitare è proprio la presenza dei due protagonisti; nonostante siano passati molti anni il magnetismo non è calato e l’immersione nei caratteri che hanno dato visibilità e fama agli attori da vita ad un’ottima interpretazione da parte di entrambi. Certo, questo elemento taglia fuori l’esiguo gruppo di persone che si accosta alla pellicola senza conoscere la serie ma rianima i cuori dei fan. Rivedere messi in gioco determinati dubbi, sentimenti, considerazioni religiose o scientifiche non può far altro che riportare alla mente le stagioni televisive dove l’indagine ai limiti del reale si interseca con riflessioni che abbracciano l’animo umano. L’altalenante rapporto tra Mulder e Scully continua il suo dondolio che li vede ai limiti della freddezza in alcuni frangenti e teneramente abbracciati in altri, sullo sfondo di gioie e dolori che hanno accompagnato i due ex-agenti e che vedono la coltre di neve della Virginia come ideale paesaggio dove immergere i propri sentimenti.
Interessante per i fan della serie, ordinario per gli altri.