WORLD WAR Z – Marc Forster
Un libro stracult di Max Brooks (figlio di Mel e già autore della divertentissima e accurata Guida Per Sopravvivere Agli Zombie), un’invasione zombie su scala planetaria assistita da ben 180 milioni di dollari di budget, Brad Pitt che ci mette faccia e produzione: l’hype attorno a World War Z si è inevitabilmente propagato, incontrollato come la pandemia descritta nel film.
Per l’ex agente ONU Gerry Lane (Brad Pitt) comincia tutto con un maxi ingorgo stradale nelle strade di Philadelphia, dove vive con moglie e figlie; un uomo aggredisce un passante, fatto quasi scontato in una grande metropoli statunitense. 12 secondi dopo, però, la vittima si rianima ed è di nuovo in piedi. Con un feroce appetito di carne umana. In fuga, la famiglia fa lo slalom in una città in stato d’emergenza: assalto ai supermercati, regressione allo stato primitivo, telegiornali impazziti alla ricerca della causa della follia collettiva.
Prelevato dai mezzi di emergenza, Gerry viene trasportato su una corazzatissima base navale nel mezzo dell’Oceano Atlantico dove l’ex collega Thierry (Fana Mokoena, Hotel Rwanda) lo convince a tornare al lavoro, in cambio di un piano di protezione per la sua famiglia. La distruzione e l’orrore non hanno risparmiato nessuno, Gerry attraversa le rovine di un pianeta alla ricerca di una speranza di conoscenza e di guarigione. Da una piaga che, secondo alcuni, ha a che fare con quella famigerata parola che inizia con la zeta …
Si parlava di hype, allora tanto vale sciogliere subito i dubbi: World War Z non tradisce le aspettative e possibilmente le travalica, fulmina perplessità e scetticismi in quasi due ore (e non sentirle!) di peripezie zombie raccontate con prepotenza e sicurezza, sfruttando tutti i mezzi tecnici disponibili.
Lo scenario è impressionante e suggestivo, le città crollano in una sorta di globalizzazione cannibalistica in sequenze memorabili dove sia il danaro che la tecnologia 3d diventano grossi alleati dello spettacolo. È una cartolina dalla fine del mondo che piacerà sia ai fan dello zombie-movie che all’amante del filone catastrofico. Il regista Marc Forster (Quantum Of Solace) non è George Romero – purtroppo – né Michael Bay – per fortuna – ma concilia mirabilmente l’inquietudine con l’azione mozzafiato. Trasforma Brad Pitt (chi lo considerava un attore mediocre si mangerà la poltrona del cinema) in un eroe gloriosamente imperfetto e l’opera di Brooks in un grandioso e moderno film sui morti viventi e, più in generale, sulla sopravvivenza umana.
Il fatto che l’azione spesso abbia la meglio sul gore e la scelta di “suggerire” l’elemento-chiave con un’ermetica “Z” (inciderà sui risultati di botteghino?) non demotivi voi adepti dell’horror, perché ben presto gli affamati mostri si prendono spazio sullo schermo e diventano una marciscente gioia per gli occhi: vuoti, rabbiosi e scattanti, gli infetti di World War Z sono una delle rappresentazioni non-morte più inquietanti che si ricordino. Nell’orgia di devastazione c’è persino spazio per apprezzare qualche dinamica affettiva davvero ben calibrata che si instaura fra i protagonisti. Cosa chiedere di più dunque ad un blockbuster(one) d’orrore?
La sorpresa, per chi fosse all’oscuro dei fatti narrati nel libro di Brooks, giunge con la risoluzione – quasi romantica – delle vicende; World War Z si affaccia sulle nostre paure e restituisce una soluzione piena d’inventiva per spiegare come il mondo, ancora una volta, potrà coraggiosamente sopravvivere a se stesso.