WHITE EYES – Marco Marra
Una vittima e un carnefice. Una donna che possiede, tiene in pugno un uomo, il quale viene torturato e sottoposto a strani e grotteschi sbeffeggiamenti. L’uomo subisce, rassegnato, potendo solo domandarsi quale sarà la prossima mossa della carnefice e come e se finirà mai quel tormento.
Nella sua brevità White eyes ha poco tempo per raccontare, lasciare che la trama si dipani lungo uno o più direttrici e, inoltre, non riesce ad essere nemmeno particolarmente originale. Tuttavia, il villain al femminile non può che intrigare, nonostante anche qui un maggiore approfondimento avrebbe giovato, il sapiente utilizzo della luce, l’ottima location e la buona recitazione, rendono questo cortometraggio riuscito. E’ proprio la presenza dei due protagonisti a convincere e ad attirare l’attenzione: Rita Russo con le sue movenze ed il suo sguardo riesce ad essere inquietante, mentre il regista/attore Marco Marra rende adeguatamente il senso di sbigottimento e la stanchezza, sentimenti così imperanti da renderlo inerme al punto da attendere solo la morte.
White eyes è un buon biglietto da visita, capace di suscitare il desiderio di vedere altri lavori di Marco Marra, a suo agio tra luci e ombre, davanti e dietro la cinepresa.
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