UPSIDE DOWN – Juan Diego Solanas
Questo è la storia di Adam (Jim Sturgess), un disgraziato che ha la sfortuna di vivere in un mondo povero e disastrato, orfano e con una vecchia zia di nome Becky come unica parente in vita. Adam vive le sue grigie e disilluse giornate fin quando un giorno, anche se vietato dalla legge, si reca nella zona delle Sage Mountain per raccogliere la straordinaria polvere delle api rosa dove incontra Eve (“Eden” nella versione originale) (Kirsten Dunst), una bella bambina con cui fa amicizia e della quale, ovviamente, s’innamora.
Per lo sfortunato Adam, come se non bastasse, c’è un ulteriore problema: l’unica fonte di gioia della sua vita si trova letteralmente “a testa in giù” ed è un’aliena in quanto non appartiene al suo pianeta: Adam vive in un universo in cui esistono due piccoli pianeti attratti tra di loro, del tutto simili alla Terra, dotati di una doppia gravità e riscaldati da un Sole comune. I due mondi si differenziano anche per la ricchezza, il “Mondo di Sopra” ovvero quello di Eden, è moderno e prospero, sfrutta il petrolio del “Mondo di Sotto” in cambio di elettricità. L’unico collegamento tra i due pianeti gemelli è una potente società, la Trans World, costruita dagli abitanti del “Mondo di Sopra” per gestire gli affari tra i due mondi (leggasi come la solita multinazionale che sfrutta le risorse naturali dei poveri.)
Pur essendo così vicini, i due pianeti sono immensamente lontani, agli abitanti è severamente vietato (per qualche oscuro motivo che molto probabilmente anche il regista ignora) di interagire tra loro, pena la morte. Ovviamente i nostri amanti shakespeariani continuano a vedersi per anni fino a innamorarsi perdutamente. Poi, come nelle più belle storie d’amore, sul più bello, ovviamente, l’incanto viene spezzato.
Il destino li unisce e separa ripetutamente, gioca con loro ma lui non si perde d’animo, con la forza dell’amore doma la gravità dei potenti, escogita di continuo nuove soluzioni ai problemi che gli si presentano senza lasciargli tregua. I nostri Adamo ed Eva, cacciati dall’Eden, devono trovare il mo(n)do per stare insieme per sempre, e così sia.
Gli scenari suggestivi, come la volta stellata rappresentata dagli oceani e dalle montagne dall’altro pianeta, tentano invano di compensare una storia che fa acqua da tutte le parti. Upside Down, diretto e scritto (insieme a Santiago Amigorena) da Juan Solanas, è un tentativo andato a male di stupire giocando con l’ago della bussola ma, oltre a far girare la testa e storcere il naso (che neanche la crema rosa di Adam riuscirebbe a raddrizzare), non riesce ad incantare lo spettatore.
La fotografia virata in blu, il soggetto del film (con un grande potenziale inespresso) e gli attori (lui simpatico e credibile, lei algida e inespressiva con un copione appena abbozzato), meritavano una sceneggiatura almeno accettabile, ma evidentemente a Solanas, a furia di stare sottosopra, gli è andato troppo sangue alla testa (cosa che, tra l’altro, non accade ad Adam nelle sue frequenti scappatine dell’altro mondo). La banalità fiabesca regna sovrana in una pellicola talmente smielata (sarà tutta colpa delle api rosa ?!) da far raccapricciare persino i più romantici, deludente soprattutto il finale, melenso e frettoloso (problemi di budget ?!).
La frase: In questo mondo esistono tre fondamentali regole delle gravità: 1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non l’altro. 2) In virtù della prima regola, il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto (“materia inversa”). 3) Dopo un variabile, ma solitamente breve, lasso di tempo, la materia a contatto con quella inversa dà origine alla combustione.