UNFACEBOOK – Stefano Simone
“Il mondo è dei peccatori”, non c’è verità più palese di questa e, se ai comuni mortali la regola potrebbe risultare neanche troppo pesante da digerire, esistono ancora degli integerrimi servi del Signore [parliamo di quelli realmente integerrimi] a cui una cosa del genere non può davvero andar giù.
Mogli fedifraghe, laidi pedofili e squallidi imbroglioni continuano ad affollare l’umile confessionale di un ancor più umile piccolo centro urbano, e ad assillare il giovane parroco dalla fede salda, pretendendo un perdono terreno che possa per il momento sostituire quello divino di domani e sollevarli dai sensi di colpa.
In questa nuova Sodoma, più che regalare l’insindacabile bontà di Dio, il giovane parroco, appassionato di informatica e di tecniche ipnotiche, decide di dare inizio ad una personale crociata. La rabbia dell’irascibile divinità dell’antico testamento troverà proprio nel web uno spazioso canale in cui espandere le proprie scure acque, per riuscire a raggiungere e annegare tutti gli immorali.
Il prete inizia a combattere da solo, ma il mondo è saturo di malvagi e, pur se supportato da internet, continuare a portare la propria croce senza l’affidabile aiuto di un gruppo di persone con cui condividere oneri e onori della missione, sarebbe stato impossibile, oltre che inutile. È allora che la scintilla di Dio illumina la mente del suo braccio armato: i giovani cittadini, ormai drammaticamente dipendenti da cellulari e social network, potrebbero essere facilmente abbordati e chiamati a combattere in nome del proprio creatore, coniugando proprio le tue passioni terrene del parroco, l’informatica e l’ipnotismo. Unfacebook, la nuova chat che sta spopolando tra i più giovani, sarà un efficace mezzo tramite cui il messaggio di Dio potrà propagarsi, per scatenare una sanguinosa vendetta purificatrice.
Stefano Simone firma, a distanza di un solo anno da Una vita nel mistero [2010], il suo secondo lungometraggio, partendo anche stavolta da un racconto breve di Godiano Lupi, dalla cui penna Simone ha già riadattato più di un cortometraggio, e confermando quello che ormai pare un prolifico sodalizio artistico.
Con Unfacebook [2011], sceneggiatura di Pia Conoscitore, Dargys Ciberio e Antonio Universi, Stefano Simone abbandona i toni cupi e psicologici di Una vita nel mistero, e si ala in un violento thriller, che da una parte si dipana lungo una trama poliziesca, con un commissario [Paolo Carati] che cerca di districarsi all’interno dell’inspiegabile serie di efferati omicidi scatenatasi all’improvviso in città, mentre dall’altra, omaggiando l’exploitation [ma senza dare fiato alle trombe di estreme scene di effettistica speciale, probabilmente a causa del budget], organizzando scene di omicidi e appostamenti, ad opera degli ipnotizzati templari ai danni dei concittadini peccatori.
Un film decisamente più d’intrattenimento, rispetto al predecessore [impegnato e serioso, da cui Unfacebook eredita l’attore Tonino Pesante, qui nel ruolo di questore], una prova del potere creativo del giovane autore che, supportato dal comune di Manfredonia, dove la pellicola è ambientata, e dimostrando ancora una volta un cosciente uso delle tecniche registiche, riesce a confezionare un lungometraggio godibile, pur se non privo di alcuni difetti, riscontrabili maggiormente a livello fotografico e di sceneggiatura.
La prima, giocata sull’esaltazione del blu e dei bianchi [in omaggio al social network più popolato del pianeta], oscura gli altri colori, marcando troppo l’origine digitale delle riprese, quasi come se alzasse un velo di amatorialità per avvolgere le immagini. La sceneggiatura, invece, pur poggiando su una buona base, fresca nelle idee e molto attuale grazie ai temi internettari, precipita in alcuni momenti decisamente verbosi [due pruriginosi e molto palesi “spiegoni” su tutto], mentre abbozza sul finale.
A riportare il film ad un buon livello di godibilità sono di certo alcune delle sequenze d’azione: quella che lega insieme le prime tre vittime all’interno di un macabro e rapido montaggio alternato, in primis, e alcuni degli appostamenti dei templari, come quello che vede protagonista l’altro regista indipendente Giuliano Giacomelli [La progenie del diavolo, 2009], che oltre a questo breve cameo, insieme al collega Lorenzo Giovenga, cura anche gli effetti speciali del film. Di certo non un passo falso, ma qualcosa in più era possibile aspettarsela.
VOTO: 6/10
Regia: Stefano Simone
Con: Paolo Carati, Giuseppe La Torre, Tonino Pesante, Fabio Valente, Tonino Potito, Filippo Totaro, Pia Conoscitore
Sceneggiatura: Pia Conoscitore, Dargys Ciberio, Antonio Universi, dal racconto Il prete di Gordiano Lupi
Italia, 2011