UNDERWATER – William Eubank
Un avamposto sotto l’oceano il cui obiettivo è la perforazione del fondale marino, diventa luogo di incubo per un manipolo di persone nel momento in cui una esplosione li costringe a cercar riparo altrove. Ma trovarlo in un’altra piattaforma “poco” distante, mentre dalla profondità di quanto perforato sembrano comparire non amichevoli presenze … non sarà così semplice.
Con una tradizione che arraffa un po’ dalle atmosfere claustrofobiche date dal buio immenso che avviluppa la vastità dell’oceano (The Abyss, James Cameron), un po’ dal nero pece dello spazio la cui immobilità è spezzata dalle creature che lo infestano (Alien, Ridley Scott), senza disdegnare sapori B-movie (Leviathan, George Pan Cosmatos), William Eubank cerca lidi sicuri su cui poggiarsi ma può bastare? No, per cui aggiunge il nome di Kristen Stewart e tenta di sfruttare un momento dell’anno senza altri titoli del genere. Quindi ce l’ha fatta? Purtroppo no. Underwater fallisce in quello che dovrebbero essere i punti di forza di un film del genere: tensione e creature.
Se la prima è quasi totalmente demandata ai balzi improvvisi di creature ed effetti sonori, la realizzazione in CGI delle creature arranca in un anonimato anacronisticamente esasperato, che si perde nel mancato effetto visto / non visto e riesce a risollevarsi solo nel finale con la creatura “madre”. Una maggiore linearità da B-movie e ricorso ad effetti artigianali avrebbero dato una bella spinta in avanti.
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