UN ALTRO GIRO – Thomas Vinterberg
Lo psicologo norvegese Finn Skårderud è convinto che ogni essere umano abbia una carenza di alcool di 0,5 per mille all’interno del proprio corpo e che, colmando questa cifra, l’essere umano possa liberare tutta la sua espressività e possa agire privo da pregiudizi e ansie. Teoria subito messa in pratica da quattro docenti di una scuola superiore a cui fa capo Martin (Mads Mikkelsen).
La vita di Martin da qualche anno a questa parte scorre in maniera piatta e monotona, con la famiglia ma, soprattutto, con la moglie che non vede mai. Una vita di un essere che col tempo è diventato fin troppo trasparente e anonimo, al punto che neanche i suoi studenti lo considerano più; non riesce più ad appassionarsi alla materia che insegna, la storia, e di conseguenza anche la sua classe non lo segue più con attenzione. Una sera a cena con i colleghi e amici viene a conoscenza della teoria di Skårderud e qualcosa comincia a scavare dentro. Si arma di coraggio e i giorni successivi prima di entrare in classe decide di colmare quel famoso 0,5!
Improvvisamente la creatività e la fantasia ritornano in lui e le lezioni diventano più interessanti, interattive. Anche gli alunni tornano al centro del suo interesse e, diciamola tutta, risulta anche più simpatico al resto del mondo. Ovviamente anche il resto di amici e colleghi nota in lui quel cambiamento, quella scintilla nello sguardo e, desiderosi di replicarne i successi personali, si fanno ambasciatori della teoria del noto psicologo.
Infatti il film è suddiviso in capitoli che compongono una sorta di tesi di laurea sulla materia dove i soggetti tentano di alzare l’asticella del tasso di alcool nel sangue il più in alto possibile fino a raggiungere livelli paradossali. Una delle scene più esilaranti del film è la carrellata di immagini di repertorio su manifestazioni pubbliche, durante cui personaggi di spicco del mondo della politica mondiale si sono resi protagonisti delle più grandi figuracce della storia: meravigliosa la scena dell’incontro tra Orbán e Junker dove quest’ultimo, visibilmente alticcio, lo addita come dittatore. Martin, da professore di storia qual è, cerca di inculcare ai suoi studenti la teoria che i grandi uomini di successo della storia erano poco inclini al salutismo e dei grandi bevitori! Come Sir. Winston Churchill che beveva spessissimo ma sempre rispettando determinati orari.
Il film di Thomas Vinterberg è un ode all’alcool e alla vita e a chi è piacevolmente dipendente da entrambe. Diciamo che l’uso e non l’abuso di alcool, entro certi limiti, aiuta ad affrontare la vita e i problemi con la giusta dose di leggerezza, senza troppe ansie ma il rischio di farsi prendere la mano è dietro l’angolo, per cui bisogna avere una grande dose di autocontrollo. Un altro giro ha trionfato come miglior film straniero all’edizione dell’Academy 2021 forse proprio perché ha un sapore molto europeo, distante anni luce dagli standard statunitensi. Vinterberg dirige un film secco, diretto senza troppi fronzoli.