TRUE DETECTIVE – Season 1
1995. I detective Cohle e Hart, che lavorano insieme solo da tre mesi, si inmbattono nel caso di Dora Lange, una donna assassinata durante un macabro rituale esoterico. Lunghe indagini dipanano una matassa complessa, intrecciata con elementi inquietanti di cronaca locale che portano ben presto ad una apparente soluzione. Il caso viene riaperto ufficialmente solo molti anni dopo, quando Cohle e Hart non sono più in servizio, ma vengono chiamati a raccontare del misterioso vecchio caso di Dora Lange, forse il bandolo di una matassa molto più lunga.
Scritta da Nic Pizzolatto e diretta totalmente da Cary Fukunaga, questa mini serie tv racconta una trama divisa in diversi intervalli temporali, lunga 8 episodi. Le fasi principali del racconto sono tre, come intuibile già dai primi minuti : 1995, coincidente con l’inizio della collaborazione tra i due detective, e la scoperta del primo cadavere rituale; 2002, termine della collaborazione dei due detective e fine apparente della storia; 2012: due nuovi detective riaprono il caso e chiamano Hart e Cohle a testimoniare sui fatti avvenuti 17 anni prima.
La sfida più dura di Nic Pizzolatto è quella di riuscire a comprimere , all’interno della narrazione, le sfaccettature dell’intricato rapporto tra i due protagonisti, interpretati da Woody Harrelson e Matthew McConehey (anche in veste di produttori esecutivi). Gli otto episodi, infarciti di teorie filosofico-scientifiche (non utilizzate proprio al meglio, a dire la verità) e disseminati di una valanga di indizi secondari, raccontano una storia che poggia, per usare le parole del suo ideatore, su più livelli. Da una parte l’azione mediata dalla psicologia, cosa a cui ci hanno abituati i maestri del genere (impossibile non vedere dei parziali riferimenti al cinema di David Lynch), dall’altra, però, gli elementi del noir classico che, per quanto esplosi e frammentati, prepotentemente impongono alla storia una linearità quanto mai inaspettata.
Basato su alcune invenzioni narrative di Ambrose Bierce, e sul romanzo Il re Giallo di Robert W. Chambers, il prodotto risulta farcito forse eccessivamente di elementi minori, spesso più confondenti che rivelatori, ma è pur vero che la storia risulta godibilissima anche senza andare a spulciare tra le numerose teorie alternative che fioccano numerose tra le pagine telematiche degli appassionati. Rivederlo una seconda volta, però (e gli otto episodi soltanto lo permettono), catapulterà lo spettatore, necessariamente, in una attenta fase di revisione di quanto già affrontato. Elogio particolare ai doppiatori dei protagonisti, nella versione italiana, Pino Insegno per Hart e Adriano Giannini per Cohle. Una delle sigle più suggestive ed esoteriche della storia della televisione.