THE WAR: IL PIANETA DELLE SCIMMIE – Matt Reeves
La saga dedicata alla scimmia più intelligente e umana del mondo volge al termine; dopo averne visto la genesi e la propria autoaffermazione sociale si è arrivati allo scontro inevitabile. La guerra è in atto.
Da sempre in natura ogni essere vivente deve cedere il passo alla specie che detiene le carte in regola in termini di adattamento e fame di sopravvivenza, per prosperare in futuro dettando legge anche sulle altre specie. Sbagliato considerare le scimmie come povere cucciole indifese poiché anche loro, come i cugini umani, hanno un buon grado di cinismo e ipocrisia, ma anche quel bagliore negli occhi che è il lume dell’intelligenza. Infatti non si fanno problemi a sottomettere un cavallo e cavalcarlo proprio come farebbe un umano, né a compromettere il futuro della loro razza per i loro interessi o vendette personali.
In una imboscata, Cesare (Andy Serkis) perde non solo parte del suo esercito ma anche buona parte della sua famiglia, sterminata da un gruppo di commandos a cui fa capo Il Colonnello (Woody Harrelson) arroccato in un piccolo avamposto, ultima speranza per il genere umano ormai arrivato definitivamente al capolinea. Ovviamente Cesare avrà la sua vendetta! Il Colonnello, come tutti gli animali accerchiati che vedono la loro fine inesorabile, non ha altra scelta che chiudersi a riccio nel proprio piccolo mondo e costruire un muro che lo separi da tutto ciò che lo circonda. Egli sa di avere le ore contate perché se non saranno le scimmie a porre la parola fine alla razza umana ci penserà un virus capace di farli regredire ad uno stadio larvale.
La trilogia portata a termine da Matt Reeves, che ne ha firmato gli ultimi capitoli, risulta godibile e mai scontata o banale, se escludiamo quei siparietti comici inseriti per spezzare i toni cupi di questo che possiamo definire il terzo atto di una tragedia. Certo, siamo comunque di fronte sempre ad un blockbuster, per cui è necessario sorvolare alcuni difetti (buchi di sceneggiatura), come ad esempio la ragazzina che cammina indisturbata all’interno del campo di prigionia senza che nessuno se ne accorga o l’esercito più sprovveduto della storia del genere umano che si lascia sfuggire l’occasione di uccidere colui che in qualche modo ha contribuito all’estinzione della razza umana. Nonostante queste ingenuità, il film regge per due elementi: un’atmosfera cupa e mozzafiato, raramente vista negli ultimi anni e un’interpretazione meravigliosa di Harrelson e Serkis.
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