THE WALKING DEAD – Season 5
Si inizia con Terminus ed il tentativo di Rick, Glenn, Daryl e Bob di fuggire dal vagone dove sono stati rinchiusi, pronti per essere macellati e divorati dall’avamposto di cannibali che infesta quella che sembrava un rifugio. Si prosegue con la sperduta Beth nel Grady Memorial Hospital di Atlanta, dove viene accolta in maniera titubante dall’ex agente di polizia Dawn Lerner.
Si chiude il cerchio con l’approdo alla comunità di Alexandria, con tutte le sue contraddizioni, difficoltà e calma apparente.
Dopo la caduta del muro delle illusioni rappresentata dalla “cura” sbandierata da Eugene, scatta la consapevolezza di dover vivere in un mondo flagellato dalla pestilenza e convivere con i morti che camminano. Come più volte declamato da Rick, non è più possibile sperare di edificare un luogo dove camminare senza doversi continuamente guardare dietro le spalle, quasi a voler ricreare la vita pre-apocalisse, occorre affilare le armi e saper mordere più forte di uno zombie. Con questo messaggio che aleggia nell’aria, la quinta stagione di The walking dead si impone come contenitore di alcune delle migliori puntate dell’intera serie, in particolar modo nel secondo blocco di episodi (dalla nona “Non è finita” alla sedicesima “Conquistare”).
Purtroppo il primo segmento continua a zoppicare come eco della stagione 4, sicuramente una delle più spente ed insignificanti della serie, lasciando pensare a Scott M.Gimple come ad un mestierante incapace di forgiare questo tipo di materiale. Per cui violentatevi per superare lo scoglio dell’ottavo episodio, ignorate la partenza in terza marcia del nono, e riempite i polmoni con intense boccate d’aria perché gli episodi successivi vi porteranno ad amare nuovamente Rick e Michonne, raccolti in una Alexandria apparentemente terra promessa. Inutile dire che non ci crede nessuno.
La quinta stagione di The walking dead riesce a fondere l’adrenalina alla riflessione, senza mai esagerare in un senso o nell’altro, riuscendo così a dosare i pesi e lasciando appagato lo spettatore che, nonostante l’assenza di cliffhanger, attenderà con impazienza la nuova stagione. Finalmente riuscito.