THE HUMAN CENTIPEDE (1st Sequence) – Tom Six
Come potrà mai trastullarsi un chirurgo nazistoide una volta giunto al pensionamento? Giardinaggio? Viaggi? Bocce o giochi di carte? Ovviamente no, semmai si continua a giocare all’allegro chirurgo, ma con regole totalmente sovvertite. Con una variazione sul tema di Frankenstein infatti, il folle chirurgo immaginato da Tom Six si diverte, nei suoi deliri di onnipotenza, a dare una mano a Madre Natura nel creare nuove specie. Ed ecco che nasce il millepiedi umano. Il Dott. Heiter, giustamente annoiato dopo tanti di anni di servizio passati a separare gemelli siamesi, pensa bene di portare una ventata di novità nella sua vita, ribaltando la routine: anziché tagliare, ora si cuce.
Ecco quindi che il millepiedi prende forma: attraverso le due estremità dell’apparato digerente vengono unite tre persone, cucite tra di loro di modo che una nutra la seguente passandole i suoi prodotti di scarto. Immagine che detta così sembra persino un po’ una metafora sociale … ma tralasciando simbologie e metafore effimere, quello che ci ritroviamo sullo schermo è un giapponese indomito e bizzoso messo a capofila di un trenino umano che viaggia carponi e ha in coda le classiche due bellocce sprovvedute, finite tra le grinfie del Dott. Heiter in cerca di aiuto per cambiare l’ancor più classica gomma bucata (nota personale: donne imparate a cambiarvi le gomme da sole!). Si susseguono quindi alcuni vani (e a tratti ridicoli) tentativi di fuga da parte delle vittime (o prescelti, a vederla dall’ottica dello scienziato pazzo). Interviene anche la polizia , ma nulla di fatto, la pellicola termina in tragedia …
L’idea di base è di per sé geniale. Schifosamente geniale nel suo essere malata e disturbata ma al contempo semplice e lineare. Niente di contorto in questo film, niente intrighi psicologici a cui star dietro, niente nodi da sciogliere, solo un progetto chiaro e tagliente. Chirurgico.
Il germe è ottimo, non altrettanto lo è il suo frutto. Guardare il film non dà nessun valore aggiunto a quanto si può sapere della storia semplicemente leggendone la trama riassunta. Non c’è spessore in cui immergersi, non ci sono pieghe da indagare, non ci sono vortici in cui perdersi, né atmosfere dense in cui lasciar annaspare il respiro. THE HUMAN CENTIPEDE scivola via indisturbata, senza grip, senza mordente. Il film agisce (immagino volutamente) come una sorta di ripetitore dell’interiorità del chirurgo folle, così l’asetticità e le non emozioni che pervadono la sua mente malata finoscono per impregnare tutto il film, lasciando poco spazio al dramma delle vittime, che s’intuisce a malapena e solo perchè la sola idea è sufficiente a far accaponare la pelle.
I personaggi sono quasi delle maschere della commedia dell’arte, deliberatamente stereotipate nei soliti clichés: lo scienziato freddo, cinico, che ricalca l’immaginario del medico-sperimentatore-torturatore dei campi di concentramento; il giapponese tutto d’un pezzo, combattivo e a modo suo eroico; le due avvenenti signorinelle che partite in cerca di avventure si ritrovano invece dirottate su altro genere di follie.
La narrazione non indugia su nulla, non sfocia nello splatter nè nel gore, nonostante ci sarebbe ampio spazio per rivoltare gli stomaci più forti, se lo si volesse. L’operazione chirurgica s’intuisce appena e il millepiedi si risveglia senza neanche tumefazioni, o stress postoperatorio. Non si approfondiscono le inquietudini ed i tormenti dei tre malcapitati, che ci arrivano come semplice carne da macello: non nasce quasi compassione per loro, non c’è catarsi, non ci sono fremiti di ribellione per un progetto al pari di un crimine contro l’umanità. Si è talmente distaccati che si riesce addirittura a ridere durante il film, persino i tentativi di fuga della cordata umana risultano vagamente ridicoli, là dove di norma la fuga da un aguzzino è generalmente momento di tensione. Tutto il film è disseminato di scene frustranti, dove ci aspetta inutilmente il climax e un’esplosione di pathos che invece non arrivano mai, mentre si rimane impigliati in una sorta di frigidità emotiva.
La pellicola ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti in vari festival internazionali e anche al Ravenna Nightmare 2009 convince la giuria che gli assegna il primo premio, ma probabilmente tutto il merito di tale successo di critico sta nell’originalità del soggetto, perchè non si rintraccia nient’altro degno di nota nel film. Non ci resta che attendere la sequenza completa del millepiedi umano, già in fase di realizzazione con l’ambizioso progetto di unire 12 esseri umani.
Regia/Sceneggiatura: Tom Six
Produzione: Tom Six, Ilona Six (Six Entertainment)
Interpreti: Dieter Laser, Ashley C. Willims, Ashlynn Yennie, Akihiro Kitamura
Fotografia: Goof DeKoning
Scenografia: Thomas Stefan
Montaggio: Nigel DeHond
Musica: Savage, Holeng Spies