THE GREY – Joe Carnahan
John Ottway (Liam Neeson) si occupa della sicurezza in un impianto petrolifero dell’Alaska: ha il compito di uccidere i lupi che minacciano gli operai. La vita apparentemente monotona dell’uomo è continuamente turbata dall’angoscia e dal ricordo della donna che amava, prematuramente scomparsa.
Sul punto di togliersi la vita, è proprio l’ululato di un lupo a dissuaderlo dal suo intento. Durante un volo, l’aereo che trasporta lui e i suoi colleghi precipita in una remota distesa di ghiaccio e neve. I sopravvissuti sono in sette e si trovano a dover fare i conti con il gelo, gli stenti e, soprattutto, con il branco di lupi che abita quelle terre e non ha intenzione di tollerare intrusi. Ce la faranno a tornare a casa?
Il tema centrale del film è certamente la lotta, celebrata anche dai versi di una poesia del padre che Ottway cita spesso, “ancora una volta nella mischia, nell’ultima vera battaglia che affronterò, vivi e muori in questo giorno”. Quella con cui l’uomo e i suoi compagni si scontrano è la natura, magnifica nella sua grandezza e spietatezza, che appare come un nemico invincibile ma che in realtà sta impartendo loro la più importante lezione sulla vita. Ottway non sembra più l’uomo disperato che cerca la morte, la sua missione diviene trascinare se stesso e i compagni in salvo, vendere cara la pelle e difendersi con le unghie e con i denti.
The Grey è costruito su una serie di stereotipi ben noti, ma il regista Joe Carnahan riesce a tenere lo spettatore col fiato sospeso, sia nelle scene di tensione, sia nelle lunghe attese. Liam Neeson invece, dimostra ancora una volta una bravura fuori dal comune e carica il suo personaggio di carisma ed intensità, svincolando dalla banalità alcune scelte di sceneggiatura.