THE CREATOR – Gareth Edwards
In un futuro dominato dalla tensione tra umani e IA, un ex soldato si ritrova coinvolto sia da motivi personali che militari in una missione per fermare una pericolosa arma in procinto di essere rilasciata dall’AI.
The Creator di Gareth Edwards è un affascinante spettacolo di fantascienza che attinge da una variegata filmografia del genere, nonché da una intera letteratura prestata alla celluloide. Presentandosi in maniera immersiva in un mondo che non è più quello che conosciamo, il film offre una prospettiva originale su un futuro distopico in cui l’intelligenza artificiale e l’umanità sono in conflitto. Tematiche quanto mai attuali.
La regia di Edwards si distingue per la sua visione audace, che mescola elementi mainstream con snodi più crudi e diretti (in certi momenti ho percepito echi di District 9 di Neill Blomkamp) con una messa in scena che cita i capolavori del genere. Panorami urbani cupi e pieni di dettagli catturano lo spettatore sin dalle prime scene, virando da palette blu cobalto del cielo a oscurità ampliate dall’enorme ombra dell’arma americana denominata N.o.m.a.d.
John David Washington è un protagonista convincente, un ex soldato tormentato da segreti, dolori e dalla ricerca della verità. La sua performance aggiunge profondità al personaggio di Joshua, costringendoci a empatizzare con il suo dilemma morale (con un esito non scontato).
La trama anche se abusata, mantiene la linea di attenzione alta, tra scene che costringono a tenere il fiato sospeso e altre più delicate che rivelano le dinamiche del mondo in cui si muovono i protagonisti. The Creator attraversa tematiche importanti e attuali, tra cui l’etica dell’intelligenza artificiale, il potere militare e la lotta per la sopravvivenza. Purtroppo lo fa con un alone mainstream che, ipocritamente, poco si adatta al potenziale di un lavoro come questo. Alle volte sembra che la trama sia assoggettata al volere della produzione e non viceversa.
Infatti, proprio durante l’atto finale, emerge ancor di più il contrasto tra la profondità narrativa e l’azione sfrenata, soggiogando la riflessività alla scena madre (abbastanza scontata… ) che indebolisce il pathos, anche se apparentemente dovrebbe rinforzarlo.
Il design del film merita una menzione speciale. Il mondo futuristico è ricco di dettagli e influenze che richiamano Blade Runner in una veste più accesa e dalla visuale più amplia, meno desolata. Non per questo manca un mood tagliente e pesante. Gli scenari urbani cupi e decadenti, infatti, riscrivono un’atmosfera di desolazione che ricorda l’opera di Scott. In un ultimo parallelo con Blade Runner, dove questo si concentra sulla ricerca dell’umanità nelle macchine, The Creator solleva domande più ampie sulla tecnologia e l’umanità stessa.
Si poteva osare di più (al prezzo di perdere il budget necessario?), comunque The Creator riesce a farsi apprezzare grazie alla sapiente mano di Edwards e alla colonna sonora di Hans Zimmer.
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