THE BOY – William Macneill
Un camionista le ha portato via la madre diversi anni prima, destinazione qualsiasi pur che sia lontana dalla desolazione del “The Mt. Vista Motel”; gli scarsi affari del decadente motel ereditato più come un peso che non come un’opportunità, gravano sul distratto padre. Così Ted, figlio della (ex) coppia, si ritrova in totale solitudine, isolato dagli affetti così come da qualsiasi forma di istruzione. Noia e anaffettività diventano elementi distruttivi.
Secondo lungometraggio per il regista William Macneill, The Boy è un dramma con tinte horror che si muove in maniera lenta così come lo scorrere delle giornate per il giovane Ted. Un incedere apparentemente (ma volontariamente) senza guizzi, che trova unici momenti di distrazione nel tendere trappole per animali in mezzo alla strada, per farli uccidere dai mezzi di passaggio. La morte come sostituta al tedio, la lontananza sentimentale come arma di vendetta contro una madre che ha preferito andar via, lasciando fardello e disperazione a padre e figlio.
Primo di una trilogia che vuole esplorare le evoluzioni di un serial killer attraverso le fasi cardine della propria giovinezza (9, 14 e 18 anni), The Boy vede crollare un muro delle illusioni friabile e arso dall’odio, in un crescendo alle volte spocchioso (probabilmente per inesperienza), altre ragionate con una lucidità fredda che non può che trovare culmine in un fuoco purificatore.
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