THE BATMAN – Matt Reeves
L’elaborazione del lutto potrebbe essere il tema principale di quest’ennesimo adattamento di Batman. La storia per sommi capi la conosciamo tutti, ma Matt Reeves ne propone una particolare, oscura, dalle connotazioni decise, angosciose che ci fanno precipitare insieme a Bruce Wayne nella sua Bat-Caverna costellata di dubbi atroci, paure e dove in fondo al tunnel non si intravede una luce salvifica ma solo un unico, irrevocabile messaggio: “Vendetta”.
Dicevamo che la storia è presto nota: Bruce Wayne rimane orfano di suo padre Thomas e di sua madre Martha, in una frazione di secondo egli perde ciò che ha di più caro al mondo, la sua famiglia, per mano di un delinquente, probabilmente. Quello che ci hanno sempre fatto vedere, al cinema, è il percorso, l’elaborazione del lutto di Bruce Wayne bambino che crescendo matura dentro di se il Cavaliere Oscuro del domani. Nessuno ha mai ipotizzato cosa sarebbe accaduto se questo lutto fosse avvenuto da adulto, con una personalità e un’individualità già maturi.
In queste quasi tre ore di adattamento cinematografico troviamo Bruce Wayne a due anni dalla perdita della sua famiglia, quando tutto il suo castello di tecnologia, automobili e utensili vari ancora non ci sono, eppure il suo istinto di giustizia è tutt’altro che in embrione. Ovviamente, oltre ad esso, ci sono altri sentimenti altrettanto puri, che albergano nel suo animo, domande che meritano risposta, luci e ombre sui suoi genitori, soprattutto su suo padre Thomas.
Molto spesso alcune cose sui nostri cari le scopriamo dopo che sono morti, dopo che non possono più dirci nulla e scopriamo quello che in fondo già sapevamo, vale a dire che sono umani anche loro, fallibili, imperfetti.
Reeves, si può dire che è riuscito dove Nolan ha fallito o comunque ha semplicemente abbozzato, vale a dire portare un dramma così intimo e personale, come l’elaborazione del lutto, a livello universale tanto da coinvolgere tutta Gotham, che poi è il suo universo.
Lo spettatore verrà accompagnato dal contributo musicale di Michael Giacchino e il suo tema musicale, che quasi accosta Batman a quello che accompagna L’Impero in Star Wars, dall’Ave Maria di Schubert e dal grunge di Kurt Kobain (“Something in the way” ndr). Queste tre colonne musicali sono essenziali e le ritroverete in continuazione, in queste tre ore di film.
La Gotham di Reeves è sporca, continuamente sotto la pioggia, inquadrata sapientemente e fotografata con i suoi chiaroscuri, forse più scuri che altro, e delinea perfettamente l’animo di Bruce che trova in Batman un rifugio, nella sua caverna un posto sicuro dove essere da solo con se stesso e riflettere sul proprio destino, ma soprattutto egli trova in esso uno scopo.
Bruce Wayne ormai ha una sola certezza, cosa non vuole essere!
Egli non vuole essere come i criminali a cui da la caccia, per questo motivo decide di NON essere al pari loro, decide di NON essere un assassino di criminali, tutto il resto nel suo animo è ancora ombra e oscurità!
Di suggestioni in questo film se ne possono trovare infinite, tributi più o meno cercati, ma sapientemente distribuiti lungo la narrazione, a cominciare dall’indagine di Batman nei confronti dell’Enigmista, qua perfettamente incarnato da Paul Dano che lo rende un serial killer perfetto, quasi accostabile a quello di Seven, che già faceva tremare di paura lo spettatore. Anche Pattinson si è calato egregiamente nel ruolo ed è riuscito a scrollarsi di dosso tutte le critiche mosse al regista per la sua scelta. I dubbi erano tanti, soprattutto circa la sua prestanza fisica e per quanto bravo come attore correva il rischio di lasciare il grande pubblico a bocca asciutta soprattutto per il confronto con il suo predecessore, Ben Affleck. Pattinson incarna perfettamente un Bruce giovane, perso, abbandonato, alla ricerca di se stesso e per questo genere di storia è stata la scelta più azzeccata.
Rimaniamo altrettanto convinti che tre ore di film risultino eccessive ma sicuramente non ricolme di riempitivi, sia chiaro … forse strizzano l’occhio alla distribuzione streaming ormai da un paio d’anni a questa parte solida realtà. Se l’intento della DC-Warner è quello di differenziarsi dalle atmosfere gigionesche della Marvel-Disney devo dire che con questa pellicola, il Joker di Todd Philips e le opere di Zack Snyder ci sono riusciti in pieno.
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