SUCCUBUS – Sami Haavisto
Henri è distrutto dalla morte della giovane moglie Laura; la sua disperazione si trasforma in ossessione quando inizia a sognarla ogni notte, ancora vestita da sposa. L’uomo è convinto che la presenza della donna sia più di una impalpabile spirito, frutto della sua mente, e non riesce a concentrarsi sul lavoro ne riaffacciarsi alla vita di tutti i giorni con serenità. Dopo essersi rivolto ad uno psichiatra, Henri si rende conto di avere ricordi confusi riguardo le cause della morte di Laura. Sconcertato dalla falla nella sua memoria si rivolge ad una medium per entrare in contatto con la moglie, e proprio un rituale ancestrale evoca un demone dalle sembianze femminee (il “succubus”) che in una orgiastica unione rivelerà la sconcertante verità.
Pellicola finlandese diretta nel 2006 e prodotta dalla indipendente Blood Ceremony Films, realizzata fondamentalmente da attori non professionisti, spinti dal solo desiderio di dar sfogo alla propria passione per l’horror. Bisogna sottolineare che nonostante una certa amatorialità di fondo, Succubus qualitativamente parlando (fotografia, montaggio, regia) è addirittura vicino alle produzioni per la tv, nonostante il budget irrisorio.
I difetti ci sono e sono visibili, ma anche le idee interessanti non mancano e lasciano presagire un ottimo futuro per la casa di produzione. Le falle da coprire, infatti, risultano tutte ampiamente gestibili da Haavisto e dalla sua troupe. Comprendo che i tempi di produzione sono stringati, ma una maggiore attenzione in storyline avrebbe sancito una resa decisamente migliore. Il problema fondamentale di Succubus sta nel fatto che per quaranta minuti non succede assolutamente nulla. Il regista vorrebbe farci entrare nella psicologia del protagonista (Henri), ma non bastano sporadici primi piani dell’uomo disperato a tale scopo
Qualche flashback avrebbe sicuramente aiutato, così come una voce fuori campo. Avendo a disposizione, inoltre, un paesaggio naturale innevato così suggestivo, avrebbe certamente giovato l’uso di carrellate esterne, in modo da ricreare un parallelo tra il gelo della terra e quello che dimora in Henri. Molto evocative le immagini del demone in cima alla pila di teschi con un rosso pallido fiammeggiante nel cielo alle sue spalle, e gli schiavi anemici ai suoi piedi. D’effetto anche l’orgia intorno alla bara di Laura, con un montaggio che lega situazioni irreali e oniriche in una miscela di orrore e morte.
Nell’attesa di un lavoro ancora più maturo, complimenti alla Blood Ceremony Films per il coraggio di affrontare il mercato con pellicole rivolte all’underground.Nelle leggende medievali il Succubus è indicato come un demone che assume sembianze femminili per sedurre in sogno uomini, specialmente monaci, per succhiar loro energia vitale. Il processo spesso si ripete sino a portare alla morte dell’individuo.