STREET FIGHTER – Steven E. de Souza
Il potente Bison (Raul Julia) domina sulla città asiatica di Shadaloo, e la sua smania di potere lo porta a imprigionare dei volontari di associazioni internazionali per intascarsi i soldi del riscatto. Le Nazioni Alleata mettono in campo il colonnello Guide (Jean-Claude Van Damme) per spazzar via Bison e per salvare il suo amico Charlie, uno dei prigionieri del dittatore.
Street fighter 2 è uno dei più importanti videogame della storia, uno di quei pochi titoli che riescono ad influenzare qualsiasi altro prodotto del genere negli anni a venire, creando un effetto farfalla capace di esaltare almeno due generazioni di adolescenti e non. L’idea stessa di una trasposizione in pellicola del coin-op della Capcom contemporaneamente esalta e suggerisce un sibillino terrore, che scorre come un brivido lungo la schiena, dato che il giocatore medio comprende benissimo che il rischio fetecchia è assicurato.
Inoltre, la presenza nel cast di Kylie Minogue stimola un certo punto interrogativo, quella di Raul Julia nel ruolo di Bison una serie di punti interrogativi; unica certezza la figura di Jean-Claude Van Damme, pronto a menare a destra e manca grazie al suo alter ego Guile. Presenti tra gli altri anche Sagat (interpretato da uno svogliato Wes Studi che non ha neanche lontanamente il physique du role adatto), il convincente Zangief (Andrew Bryniarski), l’inutile Dhalsim (Roshan Seth) e il pacchiano Blanka (Robert Mammone). Triste la presenza di Raul Julia alla sua ultima interpretazione, già visibilmente dimagrito e palesemente in imbarazzo nel suo costumone rosso.
Il regista Steven E. de Souza non è in grado di costruire un film vero e proprio, vuoi per una sceneggiatura ridicola, vuoi per un eccessivo numero di caratteri che necessitano del loro spazio sullo schermo, vuoi per le pressioni di una produzione che esige un film-carrozzone hollywoodiano buono per tutte le stagioni, e Street fighter ne esce con le ossa rotte. Involontariamente divertente, per nulla violento, mal interpretato, mediocremente musicato, praticamente insulso, Street fighter riesce a rimanere nella storia come visione trash da tramandare ai posteri e come ultimo film del compianto Raul Julia (che si rialza dalle macerie dopo i titoli di coda).
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