STESSO SANGUE – Stefano Reggiardo
“Tra abusi e piccole violenze quotidiane, scorre “tranquilla” la vita di una famiglia di emarginati come tante. Tutto è sempre uguale, forse troppo uguale nella triste periferia italiana… Qualcuno ubriaco e sopraffatto dalla sua violenza innata e ingestibile, qualcuno vive le sue crisi e l’incomunicabilità dentro e fuori le mura domestiche, qualcuno fissa il vuoto e gli basta, chiuso in un apparente muto autismo.
Ma tutti si puliscono l’anima a modo loro attraverso una società nichilista che loro stessi contribuiscono ad alimentare. Nel bene o nel male…”
Il genere Horror ha, da sempre, dato molta importanza all’istituzione “FAMIGLIA”. Intere progenie di emarginati, assassini e reietti ci hanno presentato il loro parenti più stretti, cercando, ovviamente, di scendere il più possibile nei particolari.
Di esempi se ne possono trovare veramente tanti: il più classico di tutti “TEXAS CHAINSAW OF MASSACRE”, ma passando obbligatoriamente per “LA CASA NEL TEMPO” di Lucio Fulci e i più moderni “HOUSE OF 1000 CORPSES” e “THE DEVIL’S REJECTS” di Rob Zombie.
La verità è che, lasciando da parte i film, giornali e notiziari ci tengono informati del fatto che la violenza e l’omicidio, abitano nella nostra casa, travestiti da familiari.
In “STESSO SANGUE”, della durata di 25’, Stefano Reggiardo ci presenta “la sua” famiglia. Una famiglia come tante: un padre, rimasto vedovo, alcolizzato e con il vizio di stuprare e uccidere delle giovani sconosciute, e due figli all’apparenza chiusi, con gravi problemi di relazionamento, ma che si riveleranno della stessa pasta del caro genitore.
STESSO SANGUE (Italia, 2007) lavora sin dall’inizio per creare un forte legame con il mondo reale, a partire dalle scelte di recitazione, per arrivare ai continui rimandi alle scene del telegiornale in tv che, puntuale, fa da coda, ogni volta, agli omicidi avvenuti.
Anche le scene più cruente non abbondano di effetti gore o splatter, ma sono costruite in maniera fredda e cruda, solo leggermente ornate dalle mani di Loredana Caldarola (che firma anche il soggetto, e la sceneggiatura del film, a quattromani col regista). E’ proprio la rappresa crudezza il punto più riuscito del lavoro di Reggiardo che, però, risente un po’ della troppo dilatata durata di alcune scene, e di alcune scelte di montaggio e split screen poco felici.
Ruscita è l’interpretazione di Mino Stancati, il genitore sadico e alcolista.
Da segnalare: il cortometraggio ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria per il soggetto originale, la regia e il montaggio al Genova Film Festival del 2007.
REGIA: Stefano Reggiardo
CON:
Mino Stancati
Angela Pellino
Federico Racalbuto
Cecilia Rossi, Giselle Bigatello