SNOWPIERCER – Bong Joon-ho
2031. Una gelida apocalisse ha decimato il mondo, la Terra ricoperta di ghiaccio rende impossibile la vita e i pochi sopravvissuti vivono in un treno. Un immenso treno che viaggia su un unico binario attraversando il pianeta, conservando nel proprio stomaco una società multietnica, residuato delle popolazioni che furono.
La vita all’ interno scorre tra le pieghe di una crudele divisione in classi. Fuori dal treno la morte. Un certo signor Wilford governa la sacra locomotiva, strutturata per procedere secondo equilibri e ordini predefiniti, a discapito della povera gente che vive in coda, in condizioni assurde. La milizia guidata da coloro che risiedono in “testa” li fa vivere privi di igiene e alimenti, subendo punizioni di ogni tipo e rapendo i bambini, fonte di perenne manovalanza.
Gli uomini della coda, però, stanchi dei soprusi, della fame e delle crudeltà inflitte, mettono in piedi una rivolta organizzata: vogliono arrivare all’inaccessibile testa prendendo in mano la locomotiva. Curtis impugna le redini della rivolta e, insieme a un manipolo di persone, attraversa il treno fino ad arrivare in testa. Affiancato da Namgoong Minsu e dalla figlia Yona, riesce a incontrare Wilford e scoprire la verità sulla locomotiva.
Bong Joon-ho girovagava in una fumetteria quando i suoi occhi si soffermarono su un fumetto francese chiamato Le Transperceneige. Lo lesse seduta stante, all’interno della stessa fumetteria, rimanendone così colpito da decidere di trarne un film, fondendo le caratteristiche multietniche e mostrando al pubblico un insieme eterogeneo (ma coerente) di genti e di usanze. Come da propria ammissione l’obiettivo era dare vita ad un’Arca di Noè … e il regista ci riesce. Snowpiercer, tuttavia, possiede un ritmo, dei colori e un plot non propriamente originali, facendo pensare che una maggiore caratterizzazione dei personaggi avrebbe donato altro lustro al lavoro.
Il protagonista stesso ne esce come un piagnone che, nel bene o nel male, non fa mai la cosa giusta. Facilmente condizionabile e insicuro, Curtis crolla anche di fronte ad una figura sicura e carismatica come quella di Wilford, lasciando sospeso nell’aria un alone di banalità.
D’altro canto Snowpiercer ha la forza di generare una profonda riflessione, vuoi per i patemi che ogni giorno viviamo di fronte all’equilibrio terrestre sempre più alterato, sia per le sempre più profonde spaccature generate tra le diverse classi sociali. E’ questo tipo di riflessione che fa più paura della fine del mondo in sé, e Bong Joon-ho ne è consapevole, esasperandola, esaltandola, riuscendo anche a giustificarla. Tant’è che il finale prevede lo stesso destino per tutti.
Snowpiercer è il film coreano più costoso di sempre e l’impegno di un budget elevato traspare non solo nella presenza di attori di stampo elevato (Chris Evans, Song Kang-ho, Octavia Spencer e Tilda Swinton qui superba, crudele e ironica), ma anche da effetti speciali grandiosi, elevati da una splendida fotografia.
Molte sono le domande che permeano a fine proiezione, molti gli elementi incoerenti ma, d’altro canto, possiamo “accontentarci” di ciò che il regista ci presenta, senza andare oltre. In fondo si tratta di fantascienza, per cui non tutto deve necessariamente trovare giustificazione e, per godere realmente della visione, si deve andare oltre il ruolo di spettatore, perdendosi negli occhi dell’Orso bianco e sperando per il bene dell’umanità.
Uno dei migliori film del 2014, carattere grottesco ed escalation non imprevedibile ma comunque di impatto. Splendidamente diretto, montato, fotografato. Voto: 8/10
IL tuo grottesco sfocia nel ridicolo se non addirittura nel patetico. La lotta di classe serve solo a creare un minimo di plot, non ha senso se si vuole rendere realistica la storia. (I ricchi potevano tranquillamente abbandonare gli altri a terra a morire; due bambini all’anno non giustificano l’imbarco di migliaia di nulla facenti). Il montaggio a me pare pure carente e la fotografia seppure magnifica ricorda scene già viste.
( Banale citare Assassinio sull’ Oriente Express, di ormai trent’anni fa, ma lo faccio lo stesso) prossimo lavoro di Bong Joon- I Cavalieri dello Zodiaco che uscirà a Gennaio. Ciao