SNAKESWEAT – Clay Barney
Una simpatica roulette sciamanica che rimanda a quel mitico scenario tossico, amplificato dalla grana della pellicola, dove la no-wave e le desolazioni messianiche di Jodorowsky si celano in una loggia criminale … mentre si cerca la verità nella purezza.
La voice-over sembra fuoriuscire dalle casse di un vecchio televisore e appoggia la ricerca di un quid metafisico tramite un messaggio artificiale e soprasensibile, in danze indotte dalla mescalina. Tra il visibilio dei serpenti e l’incanto della trascendenza si muove quella mente che scruta alla ricerca di una verità nascosta; una mente a cui manca la chiave d’accesso. Vagare tra mente e corpo, corpo e terra, nello strano infuso di una soluzione ascetica, in un tutt’uno che veleggia lungo una linea di confine dal sapore antico.
Sempre più leggeri, perduti nell’opacità della mente, odono il verso del coyote come richiamo di una iniziazione in un miraggio ai confini del deserto. Clay Barney, insieme agli Yeah Yeah Yeahs, ha diretto un corto dall’elegante impatto visivo e dal sublime distacco temporale. L’illusione, dall’umorale sequenzialità delle immagini, è un gassoso modo di perdersi nella mutazione della coscienza, osservando una realtà non riconosciuta.
Mentre si pensa a quale potrebbe essere la soluzione del proprio essere, ci si domanda dove poter scovare la verità … magari seguendo la “dolce” melodia di un trip? Sul web si racconta che Snakesweat sia il risultato di una trilogia: Il Filosofo, Lo Scienziato e la Vedova Nera. È stato girato fuori El Paso durante le registrazioni di It’s Bliz!, terzo album dei Yeah Yeah Yeahs.
Barney ha anche collaborato con band quali Tiny Masters of Today, Dirty Pretty Things e Services. Nel 2007 è stato autore del corto Finkle’s Odyssey.
Regia: Clay Barney
Cast: Yeah Yeah Yeahs
U.S.A., 2009
Durata: 7’10”