SMILE – Phil Paris Zarcilla, Semir Saleh
Molti anni dopo l’estinzione della razza umana, un robot che non ha ancora esaurito le batterie continua a dedicarsi a quello per cui è stato programmato: prendersi cura della casa, fare le pulizie, riordinare, servire il tè a ciò che resta dei padroni di casa.
Un giorno, per caso, trova un libro che contiene le istruzioni per la sua manutenzione e, specchiandosi nel vetro di un orologio a pendolo, si rende conto che al suo riflesso manca qualcosa. Decide allora che deve trovarla prima che le sue ultime energie si consumino del tutto, ma il tempo che gli resta è ormai davvero poco. Ce la farà a compiere la sua missione prima di spegnersi per sempre?
Qual è il senso della nostra presenza in questo mondo? Vale davvero la pena affannarsi, se comunque quello a cui andiamo incontro è l’inevitabile esaurirsi della vita? SMILE ci offre lo spunto per diverse riflessioni, ma il finale lascia comunque un messaggio di speranza quando, un attimo prima di “morire”, il robot vede la propria immagine riflessa in una pozzanghera e, da quella prospettiva attraverso un gioco di luci ed ombre, riesce a scorgere ciò che ha così fortemente cercato: il suo sorriso, emblema della felicità che ognuno rincorre anche fino ad un attimo prima della morte e che rende la vita degna di essere vissuta.
Senza infamia e senza lode, SMILE è piacevole, ma non si riesce ad ignorare la sensazione di “già visto”. La musica è decisamente deludente: durante tutto il cortometraggio non fa che ripetersi senza la minima variazione, col risultato di appiattire la narrazione e di ignorare qualsiasi possibilità di sottolineare alcuni momenti piuttosto che altri.
VOTO: 6/10
Regia: Semir Saleh, Phil Paris Zarcilla