SE MI LASCI TI CANCELLO – Michel Gondry
Una spiaggia immersa nel freddo di Gennaio, riscaldata dalla presenza di Joel e Clementine, due anime apparentemente opposte ma destinate a incontrarsi, sfiorarsi, incrociarsi, viversi e poi dividersi, cancellandosi impulsivamente dalla mente e dal cuore … per poi ritrovarsi.
Il fantascientifico asporto dei ricordi di una persona è possibile grazie al lavoro della Lacuna, una società il cui picco di lavoro avviene proprio a Febbraio, mese della festa degli innamorati e, di conseguenza, mese che più di altri porta alla memoria il ricordo e il dolore dell’abbandono. Joel Barish e Clementine Kruczynski, subiscono il declino di una storia destinata a perdere di enfasi e la donna, infuriata per la staticità di Joel, decide di far ricorso alla Lacuna, portando anche lui a reagire adeguatamente, una volta scoperto il decisivo passo di Clementine.
L’obbrobrioso titolo italiano, Se mi lasci ti cancello, tende a essere un deterrente per scacciar via gli spettatori non in cerca di commediucola di matrice americana (o italiana) da quattro soldi, come il titolo richiama, perdendo totalmente il fascino del titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless Mind, estratto da Eloisa to Abelard di Alexander Pope: “How happy is the blameless vestal’s lot! The world forgetting, by the world forgot. Eternal sunshine of the spotless mind! Each pray’r accepted, and each wish resign’d“.
Detto questo è difficile non elogiare il film di Michel Gondry, parabola ironica-drammatica dai forti contorni sognanti, capace di scandagliare l’animo umano con delicatezza, sapendo così abilmente toccare le corde più intime della solitudine insita nel nostro dna, levigando con dolcezza uno status come quello depressivo e distogliendoci per brevi ma intensi attimi dalla cupezza di una situazione amara grazie a sferzate ironiche mai banali o scontate. L’atmosfera sognante, come prima accennato, riesce inoltre ad amplificare nella cassa di risonanza dove riecheggiano i sentimenti quella forte sensazione, o meglio dire necessità, di stringersi sotto le coperte con la persona amata mentre fuori il gelo inonda la terra.
Perfetti i protagonisti, sia Jim Carrey in un ruolo drammatico con sferzate comiche (come già accaduto con The Truman Show) sia Kate Winslet, stralunata ed impulsiva al punto giusto, supportati da partecipazioni eccellenti come gli stralunati Elijah Wood e Mark Ruffalo, o la sensibile ma sballata Kirsten Dunst. Vincitore di un premio oscar come miglior sceneggiatura scritta da Charlie Kaufman.