SCREAMERS 2 – Sheldon Wilson
Sirius 6B. Un pianeta dove l’umanità dovrebbe essersi estinta, dopo una guerra eterna che ha visto vittoriosi gli screamers, una specie evoluta di droni da combattimento capace di mutare, adattarsi e sopraffare l’uomo. Tutto sembra tacere, finché 13 anni dopo l’ultimo segnale, una strana richiesta di soccorso sembra provenire dal pianeta richiamando una squadra di recupero dalla Terra.
Seguito dello sci-fi cult Screamers, questo secondo capitolo della saga delle macchine dotate di lame rotanti dai nefandi effetti sul corpo umano, non riserba granché sorprese dal punto di vista narrativo, spingendo lo spettatore a intuire (senza troppe difficoltà in effetti) dietro quale viso umano si cela la macchina che si trascinerà sino al twist finale. Espedienti narrativi a volte gustosi (è il caso di dirlo, specialmente pensando alla scena di presunto cannibalismo), altri odoranti di muffa (il soldato che risveglia gli screamers per mero guadagno), caratterizzano il film di Sheldon Wilson, regista non capace di mantenere viva l’attenzione come il precedente Christian Duguay, ma onesto mestierante.
Screamers 2 è un b-movie, e sa di esserlo. L’odore di straight-to-video è perenne e, nonostante questo, effetti speciali e trovate interessanti come il design della combinazione uomo-screamer, non mancano di sorprendere per sforzo di realizzazione. I protagonisti non esaltano, ma d’altronde la sceneggiatura non aiuta, essendo vittime di un conto alla rovescia di cui si conosce a priori chi rimarrà in piedi; gli scenari sono limitati a causa del budget ridotto, ma Wilson sembra sempre in grado di tirar fuori il coniglio dal cilindro al momento opportuno. Ed ecco spuntare per un breve cammeo Lance Henriksen, mastermind dietro la creazione delle macchine assassine.
Un finale aperto (verso nuovi sviluppi) conclude uno sci-fi movie a basso budget che riesce a farsi piacere, nonostante gli evidenti limiti.