SCIALLA! – Francesco Bruni
Luca è uno studente (decisamente) svogliato, irrequieto e incapace di incanalare la propria vita lungo un binario. La madre lo manda a ripetizioni da Bruno, ex professore, scrittore non riuscito e “ghost writer” attualmente impiegato presso una ex starlette del cinema porno, Tina. L’apparente placida e spenta vita dello scrittore viene destabilizzata quando la madre di Luca gli si para davanti, rivelandosi come vecchia fiamma, la cui storia di una notte con Bruno è stata sufficiente per rimanere incinta … proprio di Luca.
Dovendo andare per lavoro in Africa, la donna lascia Luca dal padre, assestando un’altra stoccata all’uomo e paralizzandolo di fronte ad ogni risposta, con la richiesta esplicita di mantenere il segreto. Ma velare anche un barlume di paternità, in un rapporto a così stretto contatto diventa difficile, e l’ex professore si troverà presto a dover metabolizzare l’essenza di una parola gergale: scialla.
Scialla abbandona ogni velleità autoriale, si scrolla di dosso facili canovacci pecorecci di quella che viene (erroneamente) definita “tipica commedia all’italiana”, tralascia orpelli giusto per incrementare il minutaggio e si adagia ad un senso di pacata leggerezza che accarezza piacevolmente l’intera visione come quel venticello che solletica il corpo durante la siesta su una sdraio in giardino in un caldo pomeriggio estivo. Francesco Bruni costruisce una storia attuale con pochi personaggi-archetipo e con sano divertimento, giocando più sulla complicità che sulla lacrima facile (carta che si sarebbe potuta facilmente giocare in fase di sceneggiatura, specialmente considerando la solitudine di Bruno e Tina, così come un rapporto genitore-figlio ritrovato).
Gli attori gigioneggiano il giusto, in particolar modo Fabrizio Bentivoglio, mentre, al solito, vi sono alcune forzature di troppo per vincolare alcuni snodi di trama. In questo caso la parte finale della pellicola, con l’esaltazione della cultura come bandiera da innalzare (e la tristemente demagogica figura del criminale soprannominato “il poeta”) e della buona volontà, nonché dell’altruismo (come la scelta scolastica di Luca), sono banali congiunzioni dettate da una mancanza di volontà di costruire tramite i dialoghi il crescendo morale, a favore della farsa, grottesca ma solo in senso vincolato. Tuttavia questo aspetto non affossa il buon lavoro svolto da tutto il team messo in piedi da Bruni. Piacevole.