SARCOPHAGA – Giuseppe Peronace
Rita prende appuntamento con un affascinante fotografo, Claudio, per il suo primo portfolio ma l’uomo rivela presto la sua natura … e Rita finisce nella sua trappola. Claudio è malato, con un chiaro obiettivo davanti: catturare l’ultima luce di vita dagli occhi delle malcapitate, estirpandone paura e dolore. Nella solitudine della sua casa, trova i suoi orgasmi nei video e nelle foto da lui stesso realizzati e che immortalano le azioni compiute sui corpi delle giovani. Rita, tuttavia, è amata da qualcuno che nel suo piccolo riesce a salvarla e vendicarla, una sarcophaga (o mosca carnaria), appunto, che la accompagna nella quotidianità, la spia, la segue e la ama. Un insetto minuscolo che in genere vola sullo sterco e sulle carcasse in decomposizione, si dimostra più sensibile dell’uomo, capace di innamorarsi e di dar prova del suo amore, come l’uomo stesso a volte non sa fare.
Sarcophaga presenta un mix tra elementi classici (il set, le atmosfere, gli effetti speciali artigianali) e innovazioni tecniche (la mosca che possiamo guardare negli occhi). La voce narrante della piccola protagonista ci accompagna lungo il corto, disgustata dal genere umano, dalla cattiveria e dalla bassezza alla quale sono in grado di giungere gli uomini, un piccolo sfogo, rabbioso, esasperato. Diretto da Giuseppe Peronace, su sceneggiatura di Filippo Santaniello, Sarcophaga è un corto sopra le righe, volontariamente esagerato ed irriverente.
Il corto è stato girato negli spazi di CampusX a Tor Vergata, luoghi che regalano un valore aggiunto importante, di fianco al lavoro svolto dagli studenti e dai giovani amanti della cinepresa che hanno collaborato alla produzione Fromell Pictures e Quei Bravi Ragazzi, col sostegno del crowdfunding di Produzioni Dal Basso. L’interpretazione dei protagonisti è convincente, così come gli effetti speciali, mai stucchevoli né esagerati, nonostante un contesto che avrebbe permesso ben altre bizzarrie. Anche il sangue risulta sapientemente versato, necessario per sortire l’effetto desiderato senza esagerare in uno splatter inutile.
Interessante anche il comparto tecnico, grazie al quale il regista riesce a giocare con luci e ombre, sfruttando adeguatamente gli spazi e disegnando strane prospettive, come quella della mosca. Le canzoni che fanno da colonna sonora al film sono “Gemme amare” e “Sarcophaga” cantate agli Eurekasaund, scritte dallo stesso Santaniello. Assolutamente da guardare.