RESA DEI CONTI A LITTLE TOKYO – Mark L. Lester
Yoshida muove i suoi sicari come marionette in una Los Angeles resa marcia dalla corruzione, ma lo yakuza ignora che due poliziotti, Chris e Johnny si stanno per mettere sulle sue tracce, inizialmente per motivi lavorativi ma ben presto per vendetta personale e per salvare le proprie vite.
Accoppiata apparentemente non così ben assortita, ma in realtà più funzionale di quello che può sembrare al primo impatto, Dolph Lundgren e Brandon Lee diventano una sorta di team fuori le righe, sia per gli aspetti caratteriali (nella vita privata come nel film), sia per l’approccio a colpi di kung-fu che ne contraddistingue le gesta da poliziotti. Inutile dire che aspetti come il taglio noir, l’introspezione psicologica o l’avvilupparsi della trama sono totalmente (e volutamente) assenti in questa pellicola. Resa dei conti a Little Tokyo, infatti, si pone come obiettivo quello di presentare un duo di attori famosi (nel genere e anche a livello di nome) e scagliarli in una serie di sparatorie (poche), scazzottate (molte) e (finti) sentimentalismi.
Naturalmente il film, al momento della release, non fu accolto da grandi entusiasmi o feedback positivi, tuttavia nella sfortuna della morte di Brandon Lee rivide luce nel mercato delle VHS. Godibile nella sua oggettiva limitatezza.