PIRATES – Ali Joone
Sulla cresta dell’onda del successo del film di Verbinski con Johnny Depp, Pirati dei Caraibi, la Digital Playground raccoglie ciurma (Evan Stone, Jesse Jane, Janine e Carmen Luvana) e navi da battaglia (più che altro interni addobbati ad hoc), per produrre con più di un milione di dollari questo Pirates.
Con uno script che vede le peripezie (principalmente sessuali) del capitano Edward Reynolds, dell’affascinante Isabella e del pirata Victor Stagnelli, il regista Ali Joone crea situazioni per non ascrivere al solo “scontro fisico” l’intera durata della pellicola, infarcendola con inseguimenti, battaglie navali, dialoghi surreali e atmosfere marinare. Inutile dire che la recitazione fuori dalle scene hard risulta abbastanza latitante, ma quasi mai impresentabile, a differenza di altre produzioni.
Da non sottovalutare l’intento umoristico di alcune scene, che aiutano a stemperare una durata non propriamente contenuta, e l’impianto visivo generale ben fotografato e con una scenografia non buttata via come prima capita. Pirates anche grazie a questi dettagli può definirsi come “film”, non solo come unione di scene hard, per cui sicuramente si lascia vedere senza premere il tasto forward del telecomando per arrivare al clou.