OGNI COSA È ILLUMINATA – Liev Schreiber
Questa è la storia di Jonathan, un giovane americano-ebreo collezionista, che realizza inconsapevolmente un viaggio nel tempo, raggiungendo una città e un’epoca che (ri)vivono solo negli oggetti/ricordi conservati da un’anziana donna sopravvissuta alla furia nazista.
Armato di un paio di spessi occhialoni che lo rendono ancora più distaccato da ciò che lo circonda e che celano le sue emozioni, con indosso un marsupio contenente bustine trasparenti per catalogare oggetti/ricordi e una valigia di cartone semivuota, Jonathan giunge in Ucraina per scoprire le origini del nonno, e viene accolto dalla giovane guida, Alex, che gli offre il benvenuto in terra straniera con tanto di orchestrina improvvisata, mentre il treno non ha terminato la sua corsa. Il giovane ucraino ballerino-aspirante commercialista è accompagnato da suo nonno, che si dichiara cieco (ma guida un taxi), e dalla sua adorata cagnolina “degenerata”, Sammy Davis Junior Junior.
Inizialmente i due sembrano avere in comune solo l’età ma, con il passare delle ore, stabiliscono un legame che supera ogni confine spazio-temporale e che li trasforma senza volerlo, abbattendo inutili stereotipi sugli ebrei e cambiando punto di vista sul passato. “Il passato è passato e dovrebbe rimanere sepolto”, asserisce Alex, per poi concludere dicendo che “ogni cosa è illuminata dalla luce del passato”. Parole quantomai sagge quelle scritte da Alex, al termine di una “rigida ricerca” che in un certo senso ha condiviso, scoprendo con grande sorpresa, gli intrecci di due vite così distanti nello spazio ma vicine nel passato, nel presente e nel futuro. Questo bizzarro viaggio on the road riesce ad illuminare i loro occhi, ora capaci di vedere, e le loro menti, ora capaci di capire.
Ogni cosa è illuminata è un film drammatico ma al contempo divertente, grazie anche alle strampalate traduzioni del giovane ucraino che chiama la pennichella “Zzz” e “requiem”, alle stranezze dell’americano che usa pacchetti di Marlboro come mancia (perché così ha letto in una guida) e che viene considerato strambo poiché non mangia la carne, e alle musiche (banda gipsy punk dei Gogol Bordello interpreti di “Bublitschki” e “Start Wearing Purple”) che ne smorzano toni e temi. Splendido esordio alla regia per Liev Schreiber, che trae spunto dal libro autobiografico di Jonathan Safran Foer che appare in un cameo, proprio come i Gogol Bordello.
Nel seguito la tracklist dello score del film:
1. Paul Cantelon–Odessa Medley
2. Leningrad–Zvezda Rok-N-Rolla
3. Csokolom–Amari Szi Amari
4. Leningrad–Dikiy Muzhchina
5. Paul Cantelon–Prologue/Babushka
6. Paul Cantelon–Little Jonathan/The Wall
7. Gogol Bordello–Bublitschki
8. The Con Artists feat. Peter Miser Ya-takoy
9. Leningrad–Malen’kiy Mal’chik
10. Tin Hat Trio–Fear of the South
11. Paul Cantelon–River Of Collections
12. Paul Cantelon–Tank Graveyard/Valse de Suzana/Dee-yed
13. Paul Cantelon–Sunflowers
14. Paul Cantelon–War Is Love/eta-Ya
15. Paul Cantelon–Trachimbrod/Ressurection/Requiem
16. Paul Cantelon–Inside-Out
17. Gogol Bordello Start Wearing Purple