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OFFSCREEN: i mostri sono tornati

Written by Mo

La primavera ha fatto capolino e con lei anche la quinta edizione dell’ormai mitico Offscreen Festival di Bruxelles che festeggia quest’anno il suo quinto anno di vita. L’immancabile appuntamento belga dedicato a tutti gli amanti dell’universo cinematografico di serie Z non ha fatto che bonificarsi con gli anni, affermandosi come valore sicuro, come garanzia di qualità e di brividi freddi, colpevoli ed ammiccanti proprio come piacciono a noi.

Dal 7 al 25 marzo, produzioni di cineasti indipendenti, film classici del cinema di genere e opere stravaganti ed eccentriche venute dal mondo intero sono messi in valore e onorati a loro giusto titolo. Offscreen non si limita solo al cinema ma quest’anno si avventura anche al campo musicale con due concerti imperdibili: Calibro 35 con una BO live del polizziottesco Milano Odia e B-Movie Orchestra con uno spettacolo mai presentato prima in Belgio. Per quest’ultima edizione Offsreen ha deciso di proporre una selezione speciale di film dedicati alle case infestate. L’idea che abbiamo di quel luogo riconfortante e accogliente che chiamiamo casa viene stravolta, aggredita da immagini crude di famiglie disfunzionali, ossessionate da maniaci o prigioniere di fenomeni paranormali inspiegabili.

Questa selezione prevede una trentina di perle che vanno dai classici (The haunting di Robert Wiese, The Tenant di Roman Polanski o ancora The Texas Chainsaw Massacre di Tobe Hopper) alle perle rare (House di Nabuhiko Obayashi), passando per must assoluti quali Straw Dogs di Sam Peckinpah. Insomma, il team di Offscreen ha deciso di creare il panico fin nel nostro rassicurante focolare domestico, non ci resta che chiudere a chiave il portone di casa. Senza voler togliere nulla al magnifico universo di Suzan Pitt, altra ospite d’onore di questa quinta edizione, vorremmo concentrarci (con capo chinato e cuore impazzito) su altri due maestri incontrastati presenti a Offsceen: Ruggero Deodato e Umberto Lenzi che hanno illuminato questa quinta edizione con aneddoti e battute degne della loro fama.

Ruggero Deodato è il maestro incontrastato di quel monumento del filone cannibalico intitolato Cannibal Holocaust, ma anche uomo discreto e aperto alla discussione, felice di condividere con il pubblico i suoi aneddoti e le sue riflessioni relative al periodo Cannibal Holocaust e al successivo e controverso La casa sperduta nel parco. Sebbene il maestro abbia imparato il mestiere con registi del calibro di Rossellini, Corbucci e Margheriti non ha mai perso di vista la propria visione estetica, terribilmente personale. Grazie ai suoi film il Maestro ha creato un universo perverso e feroce che attrae e sconvolge ancora ai giorni nostri. I suoi film non hanno perso un briciolo della loro carica sovversiva e restano delle vere e proprie perle del genere.

Grazie a Offscreen il pubblico ha potuto scoprire la lunga filmografia di Deodato che non si è certo fermata a Cannibal Holocaust. Malgrado il successo del film, diventato ormai un cult movie, Monsieur Cannibal come lo chiamano in Francia non ha esaurito la sua vena provocate e seducente e film del calibro di Uomini si nasce poliziotti si muore o La casa sperduta nel parco non possono che confermare la tendenza. Come afferma lui stesso, quest’ultimo è di una violenza e di un cinismo ancora superiori a Cannibal Holocaust (super violence e sadismo a go-go), tali da fargli temere un nuovo attacco indiscriminato. La casa sperduta nel parco è un film forte, senza compromessi (basti citare la scena dove una delle ragazze viene seviziata con un rasoio) ma la sua perversione non risiede tanto nelle scene gore ma piuttosto nella sua idea di fondo, nel suo voler mostrare il lato bestiale del genere umano, senza giudizi o falsi pudori. Con questo film Deodato dimostra quanto la sua immaginazione sia ancora fervida e quanto la sua voglia di scioccare e provocare sia intensa.

Realizza quindi un “home invasion” brutale e senza concessioni che non risparmia nessuno. Troviamo David Hess al massimo del suo splendore nel ruolo di un perverso psicopatico che non può non ricordarci il ruolo similare nel film di Wes Craven L’ultima casa a sinistra. Nessuno come Mr Hess riesce ad interpretare la furia violenta di un individuo alla deriva, spietato e senza sentimenti, con una tale intensità. La casa sperduta nel parco non lascia spazio alla pietà e le sue scene di ultra violenza sono mostrate senza filtri, crude e strazianti nella loro macabra realtà. A causa di queste scene di violenza Deodato ricevette molte critiche all’epoca (il film è stato addirittura bandito in Inghilterra), soprattutto relative al suo modo di mostrare le scene di stupro dove le vittime sembrano quasi provare piacere nell’essere aggredite.

Insomma, non possiamo certo negare che il film sia forte, malsano e spietato ma non è forse questo il suo scopo? Mostrare il lato oscuro e perverso del genere umano, le sue deformazioni, le sue perversioni? La casa sperduta nel parco non è un film di fantascienza, quello che accade è “reale”, messo in scena, questo è certo, ma pur sempre possibile. Deodato ha avuto il coraggio di mostrare la mostruosità giacente nella nostra società, la miseria e la tristezza di un mondo dominato dalla violenza. Lo spettatore si trova di fronte scene agghiaccianti, dove la soglia di sopportazione è messa a dura prova e dove é testimone, malgrado lui, di situazioni al limite del tollerabile. Deodato non lascia vie d’uscita e la violenza domina sovrana. La stupenda musica di Riz Ortolani contrasta magnificamente con le crude immagini del film rendendo l’atmosfera generale ambigua e straniante. Il film è dominato da grandi attori come Giovanni Lombardo Radice e Lorraine De Selle che riescono ha dare al film quel tono nervoso e perverso unico, raramente raggiunto dal cinema italiano. Davvero un film da (ri)scoprire.

Un altro ospite che ci ha deliziato con il suo umorismo e la sua saggezza è Umberto Lenzi, padre incontrastato del filone polizziottesco ma anche maestro di gialli sensuali e misteriosi quali Paranoia o Spasmo. Come Deodato, anche Lenzi è conosciuto per la sua vena provocante ed estrema e per i suoi film senza concessioni, in barba alla censura. Basti citare l’ormai celebre Cannibal Ferox (censurato in 31 paesi) per rendersi conto della carica sovversiva delle sue opere e per capire quanto la sua filmografia sia importante sia sul piano cinematografico che su quello storiografico. Il festival Offscreen ci ha permesso di (ri)scoprire alcune delle sue perle legate al filone dei gialli (Paranoia e Spasmo) ma, soprattutto, di assaporare su grande schermo delle meraviglie del calibro di Milano odia: la polizia non può sparare o Roma a mano armata. A proposito di quest’ultimo, Lenzi ci ha conquistati con degli aneddoti esilaranti. Il Maestro italiano si è dilungato nella descrizione delle folli corse-inseguimenti presenti nel film a ha tenuto a precisare che tutte le riprese sono reali, specialmente quelle di inseguimento, girate all’interno del normale traffico cittadino.

Alla fine della proiezione di Roma a mano armata, Lenzi ci ha precisato un fatto fondamentale riguardante la deformazione che ha colpito molte delle sue opere. In effetti, i suoi film sono stati all’epoca orribilmente mutilati dall’industria cinematografica statunitense che ne ha tagliato brutalmente alcune scene, arrivando persino a cambiarne totalmente i titoli di testa inserendo dei nomi (degli attori, del regista e di tutti i tecnici) inventati che facessero apparire il cast come cento per cento americano. Questo fatto scandaloso sottolinea l’importanza della scelta delle copie dei suoi film, da selezionare con cura prima della proiezione.

Offscreen ci ha deliziato anche quest’anno con una programmazione accurata e audace che ha permesso agli amanti del genere ma anche a semplici curiosi di spaziare dai classici alle nuove produzioni senza dimenticare di mettere in avanti maestri assoluti quali Lenzi e Deodato. Aspettiamo con ansia la sesta edizione!

Posted in Cinema and Festival by Mo on maggio 24th, 2012 at %H:%M.

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