NOI…ED ESSI – Mirco Paolini
“Forse dovrei spaccarmi la testa, tanto diventerò uno di loro, ma so già che non ne avrò il coraggio”. In un mondo infettato da un terribile morbo che trasforma gli uomini in esseri assetati di sangue oltre che contagiosi, un uomo si ritrova nel capitolo finale della sua vita. Rinchiuso in un casale deve fare di tutto per sopravvivere e non essere contagiato dai morsi letali della nuova razza umana, che spinge le porte per entrare.
Purtroppo un morso di una creatura lo rende vulnerabile, contagiandolo, e soprattuto conscio della situazione modificata che presto lo renderà uno dei tanti mostri che popolano il mondo. Tuttavia la speranza continua sempre, anche dopo il morso, anche ad un passo della fine, e il vero coraggio non è quello di farla finita ma quello di avere la forza di sopravvivere.
L’opera seconda di Mirco Paolini, vincitrice del premio alla miglior regia del festival The Reign of Horror Short Movie Forum Award è decisamente convincente. Datato 2004, NOI…ED ESSI è un corto di pregevole fattura, che fa della durata (quattro minuti) uno dei suoi punti di forza. Infatti non si lascia abbindolare dalla prolissità e, grazie a inquadrature dinamiche, ben collegate tra loro e centellinate, riesce a creare una tensione emotiva notevole. Sicuramente la semplicità è il seme del lavoro di Mirco Paolini.
Il succo del soggetto è proprio il fatto di continuare a sperare e non uccidersi di fronte ad una situazione così avversa,e quindi usare l’accetta contro di “loro”, non contro se stessi. Notevole il montaggio che esalta inquadrature ricercate, come quelle dell’accetta che si alza prima di scoccare il colpo e la figura subumana che si avventa contro la porta a vetri che, dietro il vetro opaco, diviene quasi un soggetto astratto, vouyeristico, ricco di pathos e suggestione.
Essenziale, ben fotografato e ben recitato, il cortometraggio riprende tutte le tematiche care all’horror postmoderno (quello di George Romero e John Carpenter) e lo fa molto seriamente, con tatto, senza esagerare, quasi volendosi fermare sulla retorica del non dire nulla di nuovo per non inquinare i miti e i temi cari a questi registi. Tuttavia possiamo trovare in questo stesso elemento un problema, la derivatività. Nonostante la buona fattura tecnica del prodotto, la costruzione e la scrittura provocano più di un deja-vu. Questa considerazione, al di là di tutto, ha senso dirigerla a un regista esperto, non a un filmaker indipendente che deve tentare di capire sin dove può spingersi e, conosciuti i propri limiti, provare ad andare oltre.
VOTO: 8/10
REGISTA: Mirco Paolini
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: Mirco Paolini, Francesco Trucchia
MONTAGGIO: Mirco Paolini
ATTORI: Francesco Trucchia
Italia, 2004