MANCANZA-INFERNO – Stefano Odoardi
Un angelo (Angelique Cavallari) si aggira tra le rovine della città abruzzese L’Aquila, avvicinandosi a delle anime che vagano tra le rovine cercando di dare un senso a quanto accaduto o a quanto potrà accadere, vivendo insieme a queste persone attimi quotidiani, nel mezzo della desolazione.
Mancanza-Inferno rappresenta la prima discesa nel percorso descritto da Dante Alighieri che, come da titolo, non può che partire dall’Inferno, scivolare nel Purgatorio e raggiungere il Paradiso. Già dalla parola “mancanza” si può intuire come si voglia figurare la realtà come la sabbia stretta in un pugno che scivola tra le dita, facendoci perdere momenti ed emozioni, riempiendoci di rimorsi e senso di vuoto. Figurativamente questi sentimenti si trasfigurano attraverso le rovine de L’Aquila, città devastata dal terremoto nell’ormai lontano 2009 e ancora lungi dal ritrovare vita e ordine geometrico.
Il regista Stefano Odoardi racconta la desolazione (o appunto la “mancanza”) dell’uomo attraverso la città e non il viceversa, trovando forza nelle immagini e significato nelle movenze delle anime che si muovono tra le macerie. Tutti gli attori (aquilani) sono non professionisti e recitano senza una vera e propria sceneggiatura, ma seguendo probabilmente un canovaccio di massima liberi nell’ispirazione del momento. Sperimentale senza pragmatismi, Mancanza-Inferno, co-produzione italo-olandese, rappresenta un modo diverso di riflettere su argomenti delicati, riuscendo a convincere nel messaggio anche grazie ad una ferita fresca nella memoria, ma necessitando della giusta predisposizione dello spettatore per essere assimilato.