MACCHIE SOLARI – Armando Crispino
Estate e calore quasi insopportabile, le città si trasformano in fornaci gigantesche che braccano al loro interno esseri umani inermi, rinchiusi nei loro appartamenti climatizzati. Potrebbe sembrare una visione apocalittica e invece no, se ci guardiamo attentamente in giro, ci renderemo conto che tutto ciò non è poi così lontano dalla realtà. Ed è giustamente partendo da questa considerazione che Armando Crispino, geniale regista di L’Etrusco colpisce ancora, costruisce lo scenario di Macchie Solari.
Film inquietante e a tratti soffocante che racconta le vicissitudini di Simona Sana, dottoranda in medicina, la quale, sopraffatta dall’anomala calura che colpisce Roma, perde il controllo della realtà ed è travolta dalle sue stesse ossessioni. Addentriamoci un po’ più nell’intimità di questa misteriosa giovane donna.
Simona Sana (incredibile Mimsy Farmer) è una giovane patologa che lavora in un obitorio a Roma aspettando di consegnare la sua tesi riguardante i casi di suicidio (reali o simulati). A Roma si respira un’aria strana, soffocante e il sole brucia come non mai. Un’ondata di suicidi violenti attanaglia la penisola e la causa sembra giustamente essere l’anomala calura estiva. Esausta dalla canicola e dalle estenuanti ore di lavoro, Simona comincia ad avere delle allucinazioni a dir poco strane. In effetti, i cadaveri dell’obitorio sembrano rinascere e, nella sua mente alterata, cominciano ad accoppiarsi tra di loro.
Simona è vittima di visioni erotiche-necrofile che la sconvolgono e le impediscono di avere una vita equilibrata. Mentre la protagonista cerca di chiudere un dossier riguardante il suicidio di una giovane donna, s’imbatte in un prete chiamato Paul Lenox. Questo misterioso personaggio si rivela essere il fratello della vittima, convinto sostenitore della tesi dell’omicidio. In effetti, egli sostiene che sua sorella è stata uccisa e che in seguito il corpo è stato spostato dal luogo del delitto al fine di simulare un suicidio. Simona e padre Lenox iniziano a investigare e s’imbattono in un misterioso killer che comincia a dare loro la caccia (soprattutto a Simona). Più la risoluzione del mistero si avvicina, più il pericolo diventa tangibile.
Armando Crispino ci guida in questa Roma soffocante grazie ad uno stile ossessivo, carnale ma allo stesso tempo freddo e distaccato. Gli omicidi/suicidi, di una crudeltà incredibile, sono mostrati nella loro interezza e drammaticità, senza veli. Lo sguardo di Crispino sulle vittime potrebbe essere paragonato a quello clinico del patologo, osservatore imparziale di corpi senza vita che spesso hanno subito sevizie difficilmente immaginabili. Il regista non si tira in dietro del fronte alla brutalità e alla furia dell’assassino, cerca invece di mostrare la sua “devianza” in modo clinico, obiettivo. Questa presa di posizione rende le scene di omicidio ancora più angoscianti e brutali, rivelate in tutta la loro oscenità. A questo proposito i primi dieci minuti sono davvero sordidi; la serie di suicidi è filmata in modo crudo, distaccato: annegamenti, vene tagliate, bambini mitragliati, se ne vedono davvero di tutti i colori.
Il regista descrive un quotidiano anonimo, apparentemente apatico che si trasforma improvvisamente in qualcosa di mostruoso. L’irrazionale s’insinua nel reale e sconvolge la vita tranquilla di chi vi abita, senza preavviso, come un virus sconosciuto. La città (Roma) diventa un universo di morte che, grazie allo sguardo della camera, è mostrato in tutta la sua oscena nudità. Roma è descritta come un conglomerato di stradine anguste e di appartamenti soffocanti, ripiegati su se stessi dove l’irrazionale è sempre pronto a fare la sua apparizione. Quello che rende Macchie solari ancora più intrigante è il passaggio finale dall’irrazionale al razionale. In effetti, l’omicida si rivelerà essere un essere umano in carne ed ossa e non uno strano fenomeno climatico. La violenza cieca e la brutalità inflitte alle vittime non sono frutto di una “deformazione” bensì della mente di un uomo comune, che si potrebbe incontrare ovunque, in qualsiasi città.
Simona Sana, la protagonista, è la rappresentazione stessa di questo malessere, vittima delle sue ossessioni, incapace di affrontare un quotidiano diventato ormai pericoloso. La sua fragile mente è assalita da visioni oscene (mitica la scena di necrofilia nell’obitorio) dove i suoi sogni segreti prendono forma tra eccitazione e terrore. Nella realtà, Simona non riesce ad affrontare serenamente la propria vita sessuale e questo la fa sentire insicura e perennemente angosciata. Sulle scene d’intimità aleggia sempre un’aura dolciastra e malsana che rende il film soffocante e perverso ma sempre molto intrigante. Questo sentimento di malessere è mantenuto per tutto il film ed è alimentato e tenuto in vita senza tregua. Incredibile la scena nel “museo degli orrori” dove delle gigantesche foto di corpi mutilati fanno da cornice a un’immensa stanza vuota.
Macchie solari è costantemente impregnato da un alone di erotismo molto forte. Particolarmente deviato e deviante il segreto celato nell’infanzia di Simona, vittima di un personaggio ributtante e cinico che la spingerà a commettere un gesto estremo. Mismy Farmer è incredibile in questo ruolo dove incarna perfettamente una donna fragile e inquietante, vittima dei suoi stessi demoni interiori. A differenza di molti personaggi femminili del così detto giallo italiano, Mimsy non è particolarmente sexy (se si considerano i canoni dell’epoca dove la “bonona” faceva furore), forte e determinata. Il personaggio creato da Crispino è invece fragile, instabile e frustrato sessualmente. Simona è una sorta di antieroina spaventata e sotto shock che non sa più come affrontare il presente, persa in un quotidiano che non riesce più a decifrare.
Crispino riesce davvero a destabilizzare lo spettatore grazie ad un film complesso e angosciante che lascia il segno: particolarmente consigliato durante un’afosa serata estiva.
VOTO: 7.5/10
Regia: Armando Crispino
Soggetto: Armando Crispino e Lucio Battistrada
Interpreti: Mimsy Farmer (Simona Sana), Barry Primus (Padre Lenox), Mary Lovelock (Edgar), Carlo Cattaneo (Lello Sana), Angela Goodwin (Daniela), Antonio Casale (Isp. Silvestri)
Musica: Ennio Morricone
Durata: 100 min