LE SCAPHANDRIER – Alain Vézina
Film canadese recitato in francese la cui storia si impernia sulla misteriosa figura del palombaro, con le relative leggende che possono nascerne intorno. Titoli iniziali con raffigurazioni minacciose dei palombari, figure pronte ad aiutare chi in difficoltà ma enigmatiche, dalla doppia natura.
Realizzato a Rimouski, nel Quebéc, esattamente nella zona di Pointe-au-Père sul grande fiume San Lorenzo che si collega all’Oceano Atlantico. Point-au-Père è famosa per il faro ed il sito storico marittimo ma, soprattutto, per il naufragio del piroscafo inglese “Empress of Ireland” che nel 1914 intrappolò per sempre sul fondo del mare, 1012 passeggeri. Ad un primo impatto ricorda The Fog di John Carpenter, ma col procedere si scopre come la tensione latiti ed una storia probabilmente interessante venga ridotta ad una sfilza di omicidi sempre più frequenti, a discapito del lato mystery.
L’intreccio ruota attorno alla maledizione lanciata da uno scafandrista morto da tempo, a coloro che si sono impossessati degli oggetti appartenuti a chi è stato risucchiato dal fondo del mare e dal quale non si possono distaccare in nessuna maniera. Come un grande guardiano, la sua vendetta si abbatterà in modo terribile e fantasioso utilizzando tutto l’armamentario a disposizione. I protagonisti sono anonimi e di conseguenza la recitazione diviene piatta e, nonostante la storia non sembra un pretesto per girare scene gore e splatter ben strutturate, sicuramente le figure maschili ne escono fuori ridimensionate rispetto alle ben più coraggiose donne.
Alain Vézina è un regista con esperienze nei documentari, soprattutto sul mare e sui naufragi. Le Scaphandrier è ingenuo e privo di humour, alcune scene come quelle che inquadrano la nave “Princess of the North” con il suo immondo equipaggio, sono perlomeno curiose e non richiedono grossa attenzione. Inoltre c’è un piccolo omaggio a Zombi 2, e in un’uccisione viene addirittura utilizzata un’anguilla elettrica. Finale zombie cannibalico molto gore, per una pellicola girata con spensieratezza senza porsi il dubbio di piacere o no alle mode attuali. La sensazione è che il girato rimandi ad un periodo che non c’è più, in cui una buona ambientazione, effetti speciali e fotografia all’altezza oltre ad un paio di scene azzeccate, garantivano la fama di cult.
Le Scaphandrier, con i suoi limiti, ricorda i fumetti della E.C. Comics e può accontentare gli appassionati del genere horror, anche se considerando che nella storia del genere non sono tante pellicole sulle navi fantasma e spiriti del mare, le storie misteriose sul blu profondo meriterebbero maggiore attenzione da parte di bravi sceneggiatori.
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